Muore a 43 anni per malattia il sindaco di Carmignano, “comune di confine” col Vicentino
Non è riuscito a vincere una malattia che ormai da tre anni lo tormentava, ma che non gli aveva mai fatto mettere da parte la passione politica e lo spirito di abnegazione in vesti di primo amministratore del suo paese, Carmignano di Brenta. Si è spento stanotte, a soli 43 anni di età e lasciando la moglie e un bimbo di soli 5 anni, Alessandro Bolis, sindaco della cittadina padovana “di confine” con la provincia vicentina. Un uomo delle istituzioni, si può affermare senza timore di smentita, oltre che un riconosciuto esperto nel settore della comunicazione e del marketing sul piano professionale.
A esprimere tutto il cordoglio possibile da parte dell’ente locale e della cittadinanza è stata stamattina la pagina social ufficiale del Comune di Carmignano, inondata in pochi minuti di post di partecipazioni al dolore per la grave perdita del giovane sindaco. E’ spirato stamane alle 5.40, prima dell’alba, nella sua abitazione.
In lutto anche l’Anci, associazione che raggruppa i comuni italiani, per conto della quale aveva assunto l’incarico di delegato alle politiche abitative e poi di vicepresidente per il Veneto. Inoltre rivestiva i ruoli di presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 4 Alta Padovana e della Conferenza dei Sindaci dell’Azienda ULSS 6 Euganea, a dimostrazione del suo impegno e sacrificio quotidiani. “Se ne va un grande sindaco che fino alla fine è stato a fianco dei suoi cittadini – scrive Mario Conte, al vertice regionale – nonostante la terribile malattia e lo stesso ha fatto con il suo ruolo di vicepresidente in Anci Veneto”.
Alessandro Bolis aveva accettato nel 2019 di ricandidarsi alle elezioni nel ruolo di vertice dell’amministrazione comunale dopo aver concluso con successo il suo primo mandato con la fascia tricolore indosso. Prima, da poco più che trentenne, era stato vicesindaco. Rieletto con con ampio consenso con la sua lista civica e convinto sostenitore di Luca Zaia in ambito politico, si era subito rimesso al lavoro per la comunità nonostante l’incedere minaccioso del grave male che lo aveva colpito. Nei mesi precedenti, debilitato per le terapie e in seguito a un intervento chirurgico – il secondo in ordine di tempo lo scorso novembre – che lo aveva costretto a un periodo di riposo, aveva proseguito l’attività da remoto, arrivando perfino a scusarsi con la cittadinanza per l’assenza obbligata per motivi di salute. Negli ultimi tempi si era battuto, mettendoci la faccia in prima persona, a favore della campagna di vaccinazione iniziata il 27 dicembre scorso, giorno in cui aveva postato una sua foto profilo con l’invito a vaccinarsi in sovrimpressione.