Covid, Veneto da lunedì in zona arancione: la conferma da Zaia. La quarantena torna a 14 giorni
Le previsioni dei giorni scorsi sono prossime ad avverarsi: il Veneto assumerà la colorazione epidemiologica arancione a partire da lunedì 8 marzo. Ad anticipare di appena qualche ora l’ufficialità da parte del Ministero della Salute e del Governo è il presidente regionale Luca Zaia, sulla scorta delle informazione fresche giunte da Roma nel corso della mattinata, dopo una serie di colloqui telefonici.
Altra novità in corso di valutazione e che sarà introdotta dalla prossima settimana consiste nel ritorno alla “quarantena” a 14 giorni di isolamento sociale fiduciario, sempre con controllo tassativo a fine periodo di sorveglianza con tampone molecolare.
Ai microfoni del consueto punto stampa di Marghera, Luca Zaia anticipa le decisioni di fatto già assunte dalla cabina di regia. “Il coronavirus corre veloce e la proiezione sul futuro prossimo è preoccupante. Non vengo qui a fare il tragico ma nemmeno a dirvi che domani ci sarà il sole, nessuno ha la sfera della verità ma i numeri che ho il dovere di comunicare sono questi”. Vari colloqui sono avvenuti nel corso della mattinata con i colleghi presidenti di regione Bonaccini (Emilia Romagna) e Fontana (Lombardia), oltre che con il ministro Speranza che ha autorizzato la dichiarazione del Governatore veneto sulle restrizioni future, a partire dalla mezzanotte tra domenica e lunedì.
A far accendere il “semaforo di Covid” dal colore giallo a quello arancione ha inciso in modo determinante l’indice di trasmissibilità del virus – salito a 1,12 nelle ultime settimane -, dato comunicato ieri. I numeri giornalieri sulle 24 ore precedenti non si discostano da quelli di ieri, anche se si registra un calo sensibile (-800 circa) degli attualmente positivi. Sono 1.505 i nuovi positivi entrati nel sistema sanitario regionale, in rapporto ai tamponi rapidi e molecolari effettuati in misura del 3,4%. I veneti colpiti dall’epidemia da inizio emergenza sono ora 339.742 totali, di cui quasi 10 mila deceduti (25 ieri) con concorso di colpa del Covid-19. Spiraglio di luce guardando ai 27.440 attualmente positivi (in calo nel saldo tra guariti e negativizzati da una parte, nuovi ingressi dall’altra). Di questi in 1.359 ricoverati (+1) negli ospedali delle sette province, con 153 pazienti critici in terapia intensiva.
“Questo virus sta guardando ai giovani. Siamo stati attaccati sul tema delle scuole, ma non siamo degli zotici. Se la situazione non migliore verranno inevitabilmente chiuse: il virus è un essere vivente, muta e si adatta e il fatto che l’età media dei contagi continua ad abbassarsi costituisce un segnale evidente del target di età che ha preso di mira. In ogni caso per ora non abbiamo in anima alcuna ordinanza, ma se servirà chiudere le scuole lo faremo e non certo alla leggera ma su basi scientifiche: è un pensiero su cui siamo 24 ore su 24″.
Il ritorno alla zona arancione prevede, tra gli altri, il ritorno alla chiusura al pubblico di bar e locali di ristorazione, che potranno lavorare soltanto in modalità da asporto e consegna a domicilio. Inoltre torna a vigere il divieto di uscire dal comune di residenza, salvo comprovati motivi di lavoro, di necessità o di salute.