Ancora senza un nome il corpo della donna riemersa ieri dall’Astico. Ma c’è una pista
Non è stata ancora assegnata un’identità al cadavere di una donna trovato nelle prime ore di domenica sulle sponde del torrente Astico, proprio sul confine tra i comuni di Piovene Rocchette e Cogollo del Cengio, dopo la segnalazione di un pescatore. Le ricerche portate in campo dai carabinieri della compagnia di Schio hanno però prodotto una pista concreta, che potrebbe portare a sviluppi concreti nei prossimi giorni. Potrebbe trattarsi infatti di una donna vicentina, allontanatasi da casa lo scorso novembre e della quale si erano perse le tracce. Si cercano tutt’ora elementi inconfutabili che colleghino i due fatti di cronaca. Altrimenti si dovrà ricorrere all’esame del dna oltre che all’autopsia sul corpo martoriato dagli agenti atmosferici per fare chiarezza sul misterioso quanto lugubre ritrovamento.
Al momento per gli investigatori impegnati sul caso emerso nella prima mattinata di ieri insieme al cadavere ancora ignoto tanti dubbi e una sola certezza acclarata: l’avanzato stato di decomposizione dei resti di una donna lascia intendere che la morte risalga da un minimo di alcune settimane ad addirittura 4/5 mesi fa, forse ai primi giorni d’autunno, dopo la chiusura della stagione di pesca precedente (riaperta proprio domenica dopo la consueta sosta autunnale e invernale).
Impossibile all’indomani della scoperta risalire alle cause di morte e alla provenienza della vittima, che potrebbe essere morta per annegamento ma anche in conseguenza delle lesioni riportate in caso di trascinamento in acqua tra tronchi e pietre, soprattutto in caso di ondate di piena. Se si tratti di un atto estremo e volontario o di un evento accidentale, allo stesso modo, ad oggi è impossibile determinarlo. Al momento dal comando di Schio non può che mantenersi un riserbo legittimo sulla possibile identità di una donna che si era allontanata da casa a bordo della propria auto, su cui si sta lavorando, in contatto con una famiglia dell’Altovicentino.
La ricerca finalizzata a conferire un nome e una famiglia alla salma recuperata dai vigili del fuoco di Schio si è espansa oltre il Vicentino e il Veneto, sconfinando in Trentino Alto Adige dopo aver appurato che il fiume Astico, a carattere torrentizio, ha origine tra le Prealpi trentine e ha come affluenza anche il Posina: l’ampia portata d’acqua riscontrata durante più episodi di maltempo dello scorso autunno potrebbe quindi aver trascinato il corpo anche per alcuni chilometri, fino a impigliarsi in un’insenatura a valle di Ponte Pilo, tra alcuni arbusti dove ieri è stato scorto dal pescatore.
Meno significativa l’ipotesi di un volo nel vuoto dal vicino Ponte di Sant’Agata, più a nord di poche centinaia di metri sempre tra Cogollo e Piovene, dove non sarebbero mai stati ritrovati mezzi che possano ricondurre a un gesto volontario. Comunque impossibile da escludere. A contribuire a creare un certo mistero intorno alla vicenda, infine, concorre l’indiscrezione poi confermata che il cadavere fosse spoglio dei vestiti. Ma questa circostanza potrebbe risultare compatibile con l’effetto degli agenti atmosferici su abiti “leggeri”, nel caso il tragico evento risalisse effettivamente ai primi giorni autunnali.
Ferme restando le difficoltà di ricavare indicazioni utili visto lo stato del corpo senza vita da mesi, si tratterebbe di una donna non più giovane età. Altri elementi generici insieme alla relativa vicinanza territoriale ricollegherebbe il profilo tenuto in considerazione con il ritrovamento, in attesa di riscontri alle indagini in corso da ieri. Tanti gli interrogativi che affiorano dalle acque dell’Astico, con un’ulteriore certezza: dopo gli esiti medico-scientifici una famiglia piangerà la morte di un proprio caro, spegnendo definitivamente le speranze di un suo ritorno.