Crack BPVi, domani l’ultima udienza. Sentenza nell’aula bunker di Mestre?
Dopo due anni e 115 udienze, si sta per concludere uno dei processi più importanti degli ultimi dieci anni in Veneto. Il maxiprocesso contro gli ex vertici della Banca popolare di Vicenza giungerà infatti al termine, questa è la settimana decisiva con l’ultima udienza fissata per giovedì. Non mancano però alcune complicazioni legate ai vincoli della zona rossa. Il timore principale è quello di un probabile assembramento al palazzo di giustizia in occasione della sentenza di primo grado che potrebbe quindi essere posticipata.
Questi problemi hanno costretto il prefetto Pietro Signoriello, il presidente del palazzo di giustizia Alberto Rizzo e il procuratore Giorgio Bruno ad incontrarsi a palazzo Nievo per discutere le varie opzioni per garantire il rispetto delle misure di sicurezza e del distanziamento durante il processo a cui assisterà un numero massiccio di persone.
Tra le soluzioni, quella di proclamare la sentenza, che sarà letta dal presidente del collegio Deborah De Stefano, nell’aula bunker di Mestre in modo da riuscire a far accomodare un afflusso di più di cento persone tra pubblico ministeri, difensori, imputati, i legali delle parti civili, giornalisti, cameraman, semplici cittadini e allo stesso tempo, garantire le distanze di sicurezza.
Dieci anni per Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, otto anni e due mesi per l’ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto (ed ex presidente di Confindustria), per il manager Massimiliano Pellegrini e per l’ex vice direttore generale Paolo Marin: sono queste le richieste di pena avanzate nel dicembre scorso dalla Procura di Vicenza al processo per il crack di quella che era la principale banca del vicentino. Complessivamente, per i sei imputati i pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi hanno chiesto 51 anni di pena.