Silenzio, bandiere e fiaccole in omaggio a chi è rimasto senza respiro in un anno di Covid
Da un anno la pandemia di coronavirus toglie il fiato all’Italia e, da maggior tempo ancora, al mondo intero. Tre ondate devastanti per ogni aspetto del vivere quotidiano e per le oltre 100 mila croci piantate, con la terza tutt’ora in corso. E una via d’uscita dal “mostro” Covid-19 assimilabile a una luce ancora troppo fioca all’orizzonte: una stella polare da perseguire attraverso la tribolata campagna di vaccinazione, le misure di prevenzione personali, le restrizioni a colpi di decreti e ordinanze legge di ogni tipo e, non ultime, le instancabili cure ospedaliere offerte da medici, infermieri e operatori sociosanitari “bardati” come astronauti in prima linea.
Una guerra continua contro l’epidemia, combattuta in corsia come in casa e sul posto di lavoro, che guarda al futuro ma che non può dimenticare quei 12 mesi e più alle spalle, e nemmeno le migliaia di vittime sacrificate all’impotenza della scienza e della medicina a fronte dell’attacco subdolo e dirompente del virus asiatico di origine, pandemico nelle conseguenze. Motivo per cui oggi, in tutta Italia, nella data simbolica del 18 marzo si celebra la Giornata Nazionale per le vittime di Covid, a partire dalla presenza del premier Mario Draghi a Bergamo, città simbolo del dramma per l’Italia e d’Europa, dagli spot in tv e tante altre iniziative simboliche anche nel Vicentino. Nel giorno in cui, nel 2020, un anno fa, si assistette all’immagine spaccacuore dei camion dell’Esercito Italiano colmi di bare.
Tanti luoghi in provincia di Vicenza che hanno osservato stamattina un minuto di silenzio e preghiera per le 103 mila persone decedute con correlazione di causa di morte legate al Covid. Tra questi le case di riposo, “fortezze” nelle prime fasi della pandemia poi crollate ad una ad una registrando una strage di vite falciate. Uomini e donne, in maggioranza ma non in via esclusiva di età avanzata, spirati in solitudine, aggiungendo dolore e rimorsi ai già lancinanti lutti in decine di migliaia di famiglie. In Veneto un dazio di oltre 10.500 anime, dato ritoccato ogni giorno da 13 mesi ormai a questa parte. Alle 11 nelle strutture di Ipab Vicenza è stato disposto il minuto di silenzio “per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute per la pandemia. Nel nostro paese le strutture per anziani sono state colpite dal virus e l’angoscia di quei giorni non potrà mai essere dimenticata – questo il commento del presidente Ermanno Angonese -. Abbiamo ricominciato a vivere da pochi mesi, da quando ospiti e operatori sanitari sono stati vaccinati, ma i problemi non sono certo finiti”. Lo stesso a Malo, al centro servizi Ipab “Muzan”. “È stato osservato il minuto di silenzio, un ulteriore momento di riflessione – ha detto la presidente Elisa Gonzo – su quanto è accaduto e purtroppo sta ancora accadendo, vista la recrudescenza del virus di queste ultime settimane. La vaccinazione ad ospiti e operatori sanitari oggi ci consente di essere più sereni, ma naturalmente ci auguriamo di poter presto tornare alla normalità, alle visite dei familiari, e alle tante iniziative che abbiamo in programma di attuare”.
Tante anche le bandiere tricolori apparse in edifici pubblici listate a lutto e in abitazioni private. Durante la conferenza stampa dell’Ulss 7 tenuta all’ospedale di Santorso anche qui si è tenuto il minuto di silenzio. “Oggi in tutta Italia – sottolinea il dg Carlo Bramezza – si ricordano le vittime del Covid e come Azienda ci pare doveroso rivolgere un pensiero alle tante morti premature che hanno colpito anche il nostro territorio. Oltre un anno dopo lo scoppio della pandemia stiamo ancora lottando contro questo terribile virus. Questa giornata commemorativa arriva in un momento particolarmente delicato, durante quella che sembra essere una nuova ondata, ma oggi viviamo anche una fase di speranza, perché a differenza di un anno fa abbiamo i vaccini. La vaccinazione rappresenta l’unica via di uscita dalla pandemia, l’unico strumento per arrestare l’incremento di vittime”.
A Vicenza, il sindaco Francesco Rucco accompagnato dal presidente del consiglio comunale Valerio Sorrentino si è fermato davanti alla bandiera italiana, esposta a mezz’asta in piazza dei Signori, per osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime del Coronavirus. A Montecchio Maggiore, allo scoccare delle 12, si è fermato il Municipio e i dipendenti degli uffici hanno interrotto le loro mansioni per un minuto di riflessione. “Questa pandemia – dice il sindaco Gianfranco Trapula – da un anno ha sconvolto le vite di tutti noi, ma in particolare quelle di chi ha dovuto piangere i propri cari, senza la possibilità di star loro vicini negli ultimi istanti. Questa giornata è nel ricordo di tutte le vittime di questa malattia e vuole essere un segno di vicinanza nei confronti di chi ha sofferto con loro. Anche Montecchio Maggiore ha pagato un pesante tributo in termini di vite umane, ma ha saputo compattarsi attraverso tante azioni di solidarietà. Speriamo che i prossimi mesi possano rilevarsi cruciali per la sconfitta di questo virus”.
Stesso omaggio e stesse intime emozioni a Bassano del Grappa. Alle 11 il sindaco Elena Pavan assieme ad alcuni componenti della Giunta Comunale e al coordinatore di Bassano Emergenze, Italo Bettiati, ha onorato le vittime a nome della comunità. “Un momento toccante – lo ha definito la prima cittadina – che ci ha proiettati indietro di un anno, quando eravamo in pieno lockdown e l’Italia intera era costretta ad una chiusura pressoché totale. Inevitabile oggi rivolgere un pensiero alle tante vittime di questo virus: si parla di cifre che non possono certo lasciarci indifferenti. La speranza è pensare che la svolta decisiva sia davvero vicina“.
“Anche la città di Thiene ricorda quanti sono stati strappati alla vita da un virus che ha sconvolto le nostre esistenze e la quotidianità di relazioni e di attività a cui eravamo abituati – sono le parole di Giovanni Casarotto, il sindaco locale -. L’amministrazione comunale di Thiene si stringe alle famiglie colpite, nel ricordo di quanti ci hanno lasciati. Insieme, nella solidarietà, con forte senso di responsabilità e rispetto delle regole che ben conosciamo e a cui continuiamo a fare appello, supereremo anche questo difficile momento”.
In prima linea, oltre che piano pratico anche su quello simbolico in questa giornata dedicata alla memoria, anche l’associazione che più da vicino segue le famiglie segnate da questo anno di sofferenza. Oggi infatti l’Aivec (Associazione Italiana Vittime Emergenza Covid-19) accenderà alle 18 la fiaccola della solidarietà “per illuminare il buio cammino calato un anno fa sui familiari delle tante vittime del Covid. Rinnovando il suo impegno affinché resti indelebile nel tempo il loro ricordo. Occorre diffondere tale messaggio, in modo che tale gesto possa contribuire al viaggio della fiaccola della solidarietà”.