Fiorentina, Prandelli shock: “Mi dimetto perchè c’è un’ombra in me”. La Viola torna a Iachini
In questo inizio di 2021, con la Fiorentina in picchiata e nuovamente risucchiata dalle sabbie mobili della zona retrocessione, si è parlato più volte di un esonero di Cesare Prandelli con ritorno in panchina di Giuseppe Iachini. E, invece, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la lettera di dimissioni dell’ex c.t. della Nazionale. Prandelli non è nuovo a certe cose, forse vittima di quella depressione che Winston Churchill chiamava “il cane nero”. Nell’estate del 2004 si dimise da tecnico della Roma perchè non aveva la forza di domare uno spogliatoio reso incandescente dalle bizze di Antonio Cassano.
Quella volta Prandelli addusse motivi familiari perché sua moglie purtroppo lottava contro un brutto male. Ma successivamente, con la moglie sempre più grave, accettò l’offerta della Fiorentina tornando così ad allenare. Lo stesso Francesco Totti nel suo libro biografia definisce una scusa quella di Prandelli, in realtà incapace di far fronte a gravi tensioni tra gli allora calciatori giallorossi. Ricordiamo poi nel 2014 le dimissioni da c.t. azzurro dopo il fallimento della spedizione italiana ai Mondiali in Brasile. Rimase vittima di aver voluto sposare a tutti i costi il “progetto Balotelli”.
Oggi l’addio alla Viola per stress. Già 10 giorni fa Prandelli dopo la vittoria in casa del Benevento per 4-1 aveva detto: “Sono stanco dentro”. Nella lettera shock il tecnico scrive: “È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall’entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me”.
Il Prandelli pensiero prosegue. L’allenatore nato quasi 64 anni fa a Orzinuovi in provincia di Brescia, aggiunge: “La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina. Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro”.
I ringraziamenti finali. Prandelli conclude la lettera scrivendo: “Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire. Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono”. E così la Fiorentina, ancora non del tutto fuori dalla lotta per non retrocedere, riparte da Iachini.