Asiago e Padova unite nel ricordo del dott. “Tino” Carli, un pilastro dell’oncologia pediatrica
La prima linea della lotta alle malattie oncologiche in età pediatrica perde un altro dei suoi “cavalieri” più validi e combattivi. A poco più di un mese dall’addio a Giuseppe Basso, ex presidente di Fondazione Città della Speranza e direttore del reparto di Oncoematologia a Padova, anche il collega e predecessore Modesto Carli, conosciuto con il diminutivo di “Tino”, ha concluso la sua missione terrena.
Un medico e professore universitario di origini altopianesi che in tanti definiscono a ragione come luminare nel campo delle malattie tumorali che affliggono i pazienti-bambini. Il dott. Carli oltre che nel Padovano e in generale nell’ambiante medico-sanitario era conosciuto anche in Altopiano, la terra delle sue origini, discendente di una famiglia ricca di storia. Era nato ad Asiago nel 1941 e avrebbe quindi compiuto 80 anni il prossimo mese di luglio. E’ spirato a Padova nella notte tra martedì e mercoledì scorsi.
Fu il predecessore di del dott. Giuseppe Basso come primario dell’importante reparto di Oncoematologia Pediatrica, riferimento per tutto il Veneto e isola di speranza per decine di famiglie alla ricerca di cure salvavita per i proprio figli malati di tumori del sangue. Alla direzione dal 2005 al 2011, dopo aver passato il testimone si ritirò in pensione solo sulla carta, continuando la sua attività di studio e di supporto alla ricerca, anche come volontario alla Caritas. Un forte impegno nel corso della carriera che lo ha reso uno scienziato di fama internazionale oltre che medico e professore universitario, il dott. Carli lo ha profuso a favore anche della Fondazione Città della Speranza e della Fondazione Giovanni Celeghin, enti che lo ricorderanno con affetto e riconoscenza.
Da più parte si leggono messaggi di cordoglio, anche nel Vicentino e in particolare proprio ad Asiago, terra di montagna che gli diede i natali, figlio del celebre partigiano Giovanni Carli – medaglia d’oro al valore militare, caduto in battaglia quando il figlio aveva solo 4 anni – e della parlamentare della Repubblica Amelia Miotti. In cielo è stato preceduto dalla moglie Bianca Maria, nel 2016, mentre lascia nel dolore del lutto i tre figli Chiara, Giovanni e Paolo insieme ai nipoti. Smesso il camice di dottore, amava la bicicletta macinando chilometri su chilometri fino a quando il fisico glielo ha consentito. Le esequie si terranno a Padova ma la salma del medico altopianese di nascita riposerà nella terra delle sue radici, al cimitero di Asiago, congiungendo idealmente le due “case” in cui ha vissuto. Il funerale sarà celebrato sabato mattina al Tempio della Pace, nel centro della città del Santo in via Tommaseo, alle 10.30.
A esprimere lo sconforto per la notizia e nello stesso rivolgere un profondo ricordo del medico altopianese anche Arturo Lorenzoni, consigliere di minoranza in Regione Veneto. “Ho avuto la fortuna di conoscerlo nei suoi vari impegni di volontario a Padova, quando già era in pensione dalla sua importante posizione universitaria. Una persona luminosa, capace di rendere sempre piacevole e profondo il dialogo, attento all’ascolto e disponibile oltre misura. La sua statura accademica è stata eccezionale, ma di quella umana gli saremo sempre riconoscenti. Ai suoi figli e ai suoi nipoti un abbraccio, siano certi di poter essere orgogliosi di quanto lui è stato per Padova e non solo”.
A tracciare un breve ma significativo profilo sua dell’uomo – “Tino” – che del professore e medico – il dott. Carli – è proprio la famiglia Celeghin, attraverso la pagina dell’Onlus che si occupa di ricerca sui tumori cerebrali, con cui il compianto medico collaborava da tempo in vesti di direttore scientifico. “Tino Carli è stato una persona perbene e altruista per l’intero arco della sua vita, cosa che oggi giorno è assai rara. Un uomo che con il suo lavoro e la sua dedizione ha ispirato molti giovani medici. Il professor Carli è stato il pilastro fondante su cui oggi poggia tutta l’oncoematologia pediatrica in Italia. Ricercatore a livello mondiale, si è sempre distinto per l’umanità con cui accoglieva i malati e le loro famiglie. È stato un papà eccezionale, che ha cresciuto insieme alla moglie Bianca Maria tre figli altrettanto eccezionali: Chiara, Giovanni e Paolo. E un ciclista vero: ha pedalato sino alla fine, perché mai si sarebbe arreso senza combattere. È un giorno di grande dolore e tristezza per la nostra Fondazione, che perde una persona preziosa e una sua colonna portante. Oggi siamo tutti un po’ più poveri”.