25 anni dalla strage di via D’Amelio. Manifestazioni in tutta Italia
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Ricorre oggi il 25ennale della strage di via D’Amelio. Era il 19 luglio 1992, quando una Fiat 126 rubata con cento chili di tritolo saltò in aria a Palermo, all’altezza del civico 21 di via D’Amelio, uccidendo Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Unico sopravvissuto l’agente Antonino Vullo. Il giudice è stato colpito mentre stava andando a trovare sua madre.
Diverse le manifestazioni in tutta Italia in ricordo di Borsellino. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, presiederà il Plenum del CSM dedicato al ricordo della figura del giudice. Alla fine del Plenum, che ha all’ordine del giorno la pratica di Sesta Commissione relativa “alla pubblicazione degli atti su Paolo Borsellino” ci saranno le testimonianze della figlia Lucia Borsellino, del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franco Roberti e dell’attore Luca Zingaretti che leggerà alcuni passaggi tratti dal volume editato dal Csm.
Al Senato inoltre verrà fatto un minuto di silenzio per commemorare l’omicidio del giudice antimafia. Commemorazioni naturalmente anche nella città di Palermo.
Ancora poca chiarezza sui fatti. E sulla strage di via D’Amelio ci sono ancora molti dubbi, a partire da chi siano stati i mandanti esterni. L’unico punto fermo, a distanza di un quarto di secolo e dopo un numero incalcolabile di depistaggi, è l’ergastolo per i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino inflitto ad aprile dalla Corte d’assise di Caltanissetta alla fine del processo Borsellino quater.
Fiammetta, una dei tre figli del giudice Borsellino, al Corriere della Sera, annuncia che consegnerà alla Commissione Antimafia “inconfutabili atti processuali dai quali si evincono le manovre per occultare la verità sulla strage di Via d’Amelio“. “Mio padre fu lasciato solo, in vita e dopo”,accusa Fiammetta che critica “i magistrati in servizio al momento della strage di Capaci” perché non hanno “mai sentito mio padre nonostante” l’avesse chiesto. Critiche anche alla procura di Caltanissetta definita “massonica”.