Giornata di lutto in Myanmar. Condanna dalla comunità internazionale
E’ stata l’ennesima giornata di sangue ieri in Myanmar , sarebbero 114 i civili uccisi, dei quali 40 a Mandalay e 27 a Yangon. In 44 località del Paese i manifestanti sono scesi in strada per protestare contro il golpe militare del 1 febbraio scorso, nella giornata in cui si celebrano le Forze Armate con una massiccia parata. La rappresaglia dei militari è stata durissima: tra le vittime c’è anche una bambina di 5 anni e un bambino di un anno, colpito ad un occhio da un proiettile di gomma, stando a quanto ha riferito il Myanmar Now, portale di notizie ripreso dal Guardian. Sarebbe rimasto ucciso anche un calciatore di una squadra locale under 21. I morti dall’inizio delle proteste sono circa 400.
Nel Paese oggi si celebrano i funerali delle vittime e il Comitato generale di sciopero delle nazionalità (GSCN), che rappresenta uno dei maggiori gruppi di protesta, in un post su Facebook ha scritto: “Salutiamo i nostri eroi che hanno sacrificato vite durante questa rivoluzione e dobbiamo vincere questa rivoluzione”. In diverse città si stanno inoltre svolgendo manifestazioni: migliaia di persone sventolano bandiere per le strade di Bago, a nord-est di Rangoon, e nella piccola città di Moe Kaung nello stato di Kachin.