Covid, l’epidemia si ripercuote in “arancione” negli ospedali. Vaccinato il 5% dei veneti
In un martedì infuocato in cui esplode la rabbia dei cittadini e il caos dei sovraffollamenti nei punti vaccini nell’area pedemontana del Vicentino, a Marano e Bassano del Grappa in particolare, a fianco del leit motiv spinoso della campagna di vaccinazione ieri a Marghera parte dell’attenzione si è concentrata anche sui dati che riguardano i ricoveri ospedalieri. Su una scala cromatica di cinque livelli di criticità, i poli sanitari della regione sono entrati (in media) l’area arancione – fase quattro in serie su cinque per gravità – sia per quanto concerne i posti letto occupati in terapia intensiva sia per quelli convertiti in infettivologia dedicati ai malati non critici. Ma si assiste a una redistribuzione delle fasce di età rispetto al confronto con fine gennaio. Decrescono infatti in percentuale i pazienti ultraottantenni secondo il report, nelle ultime 24 ore sono stati 41 in più gli “ospedalizzate”, nonostante le 103 dimissioni.
Tra martedì e le prime ore di mercoledì, nello stesso arco temperale, altre 33 vittime con correlazione del coronavirus, con i nuovi contagi ancora sopra soglia mille (1.284) ma – questa è una buona notizia – il dato sugli attualmente positivi a invertire la tendenza: sono stati registrati ieri 37.980 veneti alle prese con il Sars-Cov-2. Sul fronte delle vaccinazioni si lavora al limite tra entrate e uscite dei sieri nei magazzini sanitari, con iniettate dosi per oltre il 90% delle forniture. Sforate le 800 mila unità complessive somministrate, con ultraottantenni e personale medico sanitario le categorie più coperte.
VENETO/VICENTINO. La situazione aggiornata a martedì presentata dalla Regione recita 284 postazioni di terapia intensiva occupate, su una scala di gravità a cinque livelli siamo a livello regionale alla quarta (area arancione). I letti assegnati da pazienti non gravi nei reparti Covid sono 1.651, con la stessa scala cromatica assegnata. Una situazione che, rapportata invece al solo territorio vicentino con dati aggregati di Ulss 7 e Ulss 8, è sensibilmente più difficile rispetto proprio al dato provinciale. Tra i poli di riferimento di Vicenza, Santorso e gli altri periferici per i ricoveri Covid dei quattro distretti sono 28 le terapie intensive e 232 le postazioni-letto adattate a infettivologia. Qui la “lancetta” rimane in area di colore giallo per i malati più gravi e si apposta proprio sul confine di livello per il dato relativo ai ricoveri in area non critica.
ETA’ RICOVERATI. Un confronto significativo tra i dati di fine gennaio e fine marzo sui ricoveri in area non critica mostra come nelle aree non critiche i pazienti ricoverati rientrano per la parte più consistente nella fascia d’età tra i 50 e i 69 anni (ora al 36%, prima al 26%), mentre sono diminuiti, in percentuale, gli anziani e i grandi anziani over 80 (dal 40% di due mesi fa al 30% complessivo). Un indicatore che potrebbe venire interpretato come primo parziale riscontro dell’effetto della campagna di vaccinazione in corso.
VACCINI. Aggiornato alle 23.30 di martedì il numero dei vaccini somministrati ai cittadini veneti, in attesa del nuovo report di Azienda Zero. Le persone immunizzate con la doppia dose sono 245.316 – questi tutti con prodotti farmaceutici Pfizer e Moderna – vale a dire oltre 5 mila in più rispetto a lunedì, mentre sono 868.537 le iniezioni totali andate a buon fine dal 27 dicembre 2020 (il 91,3% di quelle consegnate), Vax-Day che ha dato il via alla campagna di vaccinazione in Veneto. In questa settimana il dato, che viaggia ora ad una media di circa 30 mila dosi al giorno, subirà un’impennata in virtù dell’accelerazione conclamata, nonostante le difficoltà logistiche e di approvvigionamento dei sieri antivirus. Sul totale della popolazione a lunedì sera il 5% circa ha completato il doppio ciclo a tre mesi esatti dal via libera ai vaccini. Nel Vicentino sono 734 mila i cittadini in totale da immunizzare.