Piede diabetico, all’ospedale di Vicenza arriva un’equipe “ad hoc”. Obiettivo, ridurre i casi
All’ospedale San Bortolo di Vicenza nasce una “squadra” di medici specializzati nel piede diabetico. L’ha deciso il direttore generale dell’Ulss 8, Giovanni Pavesi, per venire incontro a una malattia che colpisce 700 persone all’anno nell’area dell’azienda sanitaria, che va da Valdagno ad Arzignano, a Vicenza, a Noventa, e che potenzialmente può colpire progressivamente tutti i 34mila diabetici vicentini.
Del gruppo di lavoro faranno parte tutti gli specialisti coinvolti nella diagnosi e trattamento del piede diabetico: la Diabetologia ma anche la Medicina Interna, la Chirurgia Vascolare, la Cardiologia e Radiologia Interventistica, l’Ortopedia e le Malattie Infettive. Proprio un approccio multidisciplinare, infatti, secondo gli studi internazionali può ridurre fino all’85 per cento il tasso di amputazione. Dal confronto all’interno di questo gruppo di lavoro sarà formalizzato uno nuovo e specifico percorso diagnostico-terapeutico, ma già oggi i pazienti vicentini possono contare su una nuova organizzazione interna in grado di garantire una presa in carico più tempestiva e completa dei pazienti affetti da piede diabetico. Un ruolo importante ce l’avranno, d’ora innanzi, anche i medici di Medicina generale, per la loro vicinanza ai pazienti e la possibilità di sensibilizzazione sulla prevenzione del diabete: il 75 per cento dei piedi diabetici, oggi, è asintomatico.
Le amputazioni d’arto sono quasi sempre precedute da un’ulcera degli arti inferiori, 85 per cento dei casi, e le lesioni ai piedi sono riconosciute tardivamente per un grave deficit di sensibilità tattile, termica e dolorifica che le rende asintomatiche: lesioni apparentemente di modesta entità, spesso causate da calzature inadeguate o piccoli traumi, come il taglio inadeguato delle unghie, in caso di deficit di circolazione possono rapidamente evolvere verso quadri clinici più severi specie se si sovrappone un’infezione. Nell’Ulss di Vicenza il 70 per cento delle amputazioni minori – a livello cioè di dita o di piede – sono eseguite in pazienti diabetici, mentre le amputazioni cosiddette maggiori (gamba e coscia) nel 60 per cento dei casi sono effettuate nei diabetici. Nel 2016 sono state eseguite a carico di pazienti diabetici residenti nell’Ulss 8 Berica 70 amputazioni minori: la media è di 14 amputazioni minori ogni 100mila residenti, e 1,8 amputazioni maggiori ogni 100mila residenti. Circa il 20 per cento dei pazienti che subiscono un’amputazione maggiore muore entro un anno dall’intervento. Otto su dieci muoiono entro 5 anni.