Attentato Barcellona, c’è una “gola profonda” e continua la caccia all’autista del van
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Continuano le perquisizioni nella cittadina di Ripoll nell’ambito delle indagini sugli attacchi di Barcellona e Cambrils. Al momento non sono stati effettuati arresti e continua la ricerca in tutta Europa, di Younes Abouyaaqoub, il 22enne marocchino considerato l’autista del furgone che ha travolto la folla sulla Rambla.
Il ministro degli Interni della Catalogna, Joaquim Forn, ha detto alla radio che “tutto indica” che sia lui ad aver lanciato il furgone sulle Rambla provocando 13 morti. Nell’altro attentato a Cambrils era rimasta uccisa una persona, oltre al proprietario dell’auto rubata per coprirsi la fuga trovato morto nel veicolo.
Intanto c’è una gola profonda nell’inchiesta sulla cellula, si tratterebbe di un 21enne originario di Melilla, Mohamed Houli Chemlal. È l’unico sopravvissuto all’esplosione del laboratorio di Alcanar, dove sono state trovate oltre 120 bombole di gas . Dal momento in cui le sue condizioni sanitarie lo hanno consentito, le sue dichiarazioni sono state raccolte dagli investigatori dei Mossos d’Esquadra, diventando una guida preziosa. Per tre giorni la sua collaborazione, è stato uno dei segreti meglio custoditi dall’indagine. Al punto che, per oltre 36 ore, nonostante figurasse tra gli arrestati, non era stata rivelata neppure la sua identità. Ora, quel segreto cade e, domani, martedì, comparirà a Madrid di fronte ai giudici istruttori antiterrorismo dell’Audienca Nacional assieme agli altri arrestati, perché i suoi verbali di polizia entrino formalmente nel fascicolo dell’indagine sulla strage della Rambla. Le sue dichiarazioni sono state utili a ricostruire i fili che annodano la cellula ad almeno tre Paesi europei – Francia, Belgio, Svizzera – e a profilare ancor di più e meglio gli ultimi movimenti dei suoi uomini nelle ore precedenti la strage.
E’ stato accertato che buona parte dei dodici uomini della cellula abbiano raggiunto il Marocco nella seconda metà del luglio scorso, per farvi ritorno nella prima metà di agosto. Quasi tutti sono originari di Mrirt, città di 30 mila abitanti all’interno del Paese. L’ultimo a rientrare in Spagna, Driss Oukabir, il fratello maggiore di Moussa, il 13, con un volo proveniente da Tangeri. Ma è stato anche documentato che Mohamed Hychami, 24 anni, uno degli uomini uccisi nella notte tra giovedì e venerdì a Cambrils sull’Audi A3 fermata a un posto di blocco, l’11 agosto era stato in Francia.
Ricostruiti anche gli spostamenti in Belgio dell’imam Essati. Per due anni (dal 2010 al gennaio 2012) rinchiuso nel carcere di Castellon, nell’estremo ponente della Catalogna (e questo spiegherebbe la ragione di aver scelto la vicina Alcanar come sede del laboratorio-santa Barbara), Essati, nel marzo dello scorso anno, il 2016, risiede per tre mesi in Belgio, a Vilvoorde, Comune alle porte di Bruxelles ed enclave islamista da cui sono partiti i maggiori flussi di foreign fighters diretti dal Belgio in Siria per arruolarsi nella fila dello Stato Islamico. E proprio verso il Belgio, nei giorni precedenti la strage, vengono anche registrate due chiamate dalle utenze telefoniche nella disponibilità della cellula.
Intervistato alla trasmissione tv el Objectivo, il presidente catalano Carles Puigdemont, ha escluso, scrive la Vanguardia, che l’agenzia d’intelligence Usa avesse avvertito i Mossos d’Esquadra di un possibile attentato contro le Ramblas. Secondo quanto ha riferito nei giorni scorsi El Periodico, la Cia aveva avvisato due mesi fa le autorità iberiche che Barcellona e soprattutto la Rambla potevano essere teatro di un attacco terroristico.