Apre un’azienda agricola in una contrada disabitata: la storia del chimico Samuele Passuello
Una laurea in chimica, passione totale per l’agricoltura e il vivere in maniera sostenibile; una contrada disabitata a Valli del Pasubio con vista meravigliosa; Noah, un pastore australiano grande e grosso ma buono come il pane; tre ettari di terreno coltivato; tanta voglia di sperimentare e mettere sul campo (nel vero senso della parola) le sue idee. Sono questi gli ingredienti che Samuele Passuello, 30enne di Sarcedo, occhio sveglio e l’abbronzatura tipica di chi lavora nei campi, ha messo insieme per realizzare il suo sogno: aprire la sua azienda agricola che ha chiamato ‘Meltra’, dal nome della contrada che lo ospita, coltivando i prodotti alla sua maniera, senza neanche una goccia di agenti chimici.
Meltra
Per andare a trovare Samuele si imbocca la SP46 in direzione Valli del Pasubio. Arrivati a Gisbenti, si prende secco a destra e si risale la stretta strada che porta a Meltra, una delle numerose contrade disabitate di Valli, con qualche seconda casa ma nulla più, che da marzo però è tornata a contare un residente. Un autentico eden naturale, con vista a 360° sulle prealpi venete: Sengio Alto ad ovest, Pasubio a nord, Alba, Summano e Novegno ad est. Un mappamondo che toglie il fiato. La casa di Samuele è una tipica abitazione di contrada addossata a diverse altre, con Noah spiaggiato sull’uscio ad accogliere i – rari – visitatori.
“Sono venuto qui a marzo, prendendo in affitto la casa e quindici ettari di terreno intorno alla contrada. E’ un posto ideale per coltivare – ammette Samuele – l’ho scelto per iniziare la mia attività di agricoltore sia per la tranquillità, dato che qui stabilmente ci siamo solo io e Noah, che per la posizione. Qui c’è sole dalle 7 di mattina alle 7 di sera, impareggiabile”.
L’azienda agricola di Samuele però parte da lontano, nella testa del sarcedense da diversi anni. Dopo gli studi di agronomia alle superiori e la laurea in chimica infatti Samuele ha subito iniziato a pensare ad un’attività sua nel campo del settore primario. “I miei genitori gestiscono una fioreria a Valli – aggiunge Samuele – sicché sono sempre stato in contatto con orti, piante e campi. Mi ha sempre affascinato questo mondo, così puro rispetto all’artificialità del nostro tempo. Negli anni ho sempre investito sulla mia formazione, sempre rivolta in ottica agricola, e ho iniziato a riflettere su ‘cosa mangiamo’ e ‘come viviamo’ oggi. L’azienda agricola è la mia risposta a questa riflessione durata anni. Voglio provare a vivere in questo modo che sembra ‘alternativo’, ma che per me è perfettamente naturale”.
L’azienda agricola “naturale”
Naturale è anche l’aggettivo con cui Samuele ha scelto di qualificare la sua azienda agricola. “Naturale è diverso da biologico, è oltre il biologico se vogliamo – continua – è un concetto criticabile, ma quel che cerco di fare è un’agricoltura che si basi solo sulle relazioni tra piante e microorganismi. Sfrutto i meccanismi della natura per migliorare la resa dei miei orti. Piuttosto di spruzzare qualche insetticida o pesticida, inserisco un microorganismo che attacca l’agente patogeno che voglio eliminare. E’ un’idea che per ora mi sta dando soddisfazioni”.
In questi primi sei mesi di attività Samuele ha messo a coltivare ben tre ettari di terreno. “Ho messo giù patate, fagioli, cappuccio, fagiolini, zucchine, verdure di stagione in genere – spiega ancora Samuele mentre passeggia tra i suoi filari di fagioli – l’anno prossimo pianterò anche un frutteto e prenderò delle api, una mucca, qualche capra e un asino. Quest’anno di rodaggio sta andando comunque bene, riesco a vendere tutto quello che gli orti producono grazie al passa parola, mercatini agricoli e canali social dell’azienda agricola”.
Un successo che viene anche dalla collaborazione con la gente del posto. “Tutti mi hanno aiutato, sia le realtà agricole già presenti nel territorio, come Pasubagria e Le Masiere, sia la gente della contrada. Questa collaborazione mi ha dato delle grandi motivazioni per continuare a lavorare e credere nel mio progetto”.
Quando finiamo di parlare, viene spontaneo chiedergli se – pur in un contesto idilliaco come la contrada di Meltra – non senta la solitudine. “Se non fosse per Noah sarebbe dura rimaner qui da solo sempre – ammette Samuele – l’inverno sarà la prova del nove. Ma per ora va tutto bene, ci sono sempre tanti amici e persone che vengono a trovarmi qui, su quello che ho deciso essere il mio posto di lavoro dalle 6 della mattina alle 22 di sera”.