Covid, doppia sfida per Mario Draghi: vaccini e riaperture
Una conferenza stampa fiume, quella di ieri sera a Palazzo Chigi, nel corso della quale Mario Draghi non le ha mandate a dire. Il premier è partito da alcune considerazioni molto dure, bacchettando i cosiddetti “furbetti” del vaccino: “Con che coscienza la gente salta la fila?” si è chiesto il presidente del Consiglio. “Perché – ha sottolineato – un 35enne non può pensare di prendere la dose di vaccino a chi dal Covid rischia di essere ucciso, le persone fragili o over 75”.
Proprio sui vaccini e sui rifornimenti all’Italia, anche alla luce dei ritardi delle consegne e del caso AstraZeneca, il premier ha voluto rassicurare così: “La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti. Sono molto incoraggiato dal clima che c’è: non si possono addossare responsabilità a una parte sola, gli eventi sono stati molto complicati. Ora la fase è dirimente. Vaccinare nelle classi più esposte al rischio è interesse delle regioni per aprire la loro economia in sicurezza”.
Economia e riaperture tra i punti in cima all’agenda di governo, con il pressing delle Regioni che spingono per riaprire laddove i contagi e le vaccinazioni lo consentano: “La migliore forma di sostegno all’economia sono le aperture, ne sono consapevole. Naturalmente condannare la violenza ma capisco la disperazione e l’alienazione di chi protesta. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole. La stagione turistica? Manca una data. Garavaglia dice a giugno. Speriamo, magari anche prima chi lo sa” ha concluso Mario Draghi.