Torrenti come boschi: cittadini e Comuni lanciano l’allarme rischio idraulico
I torrenti sono invasi da piante, erba, arbusti e questo può sviluppare un rischio idraulico importante, tenuto conto anche delle caratteristiche delle precipitazioni, diradate ma spesso molto intense con conseguenti piene da gestire. Il problema della pulizia dei torrenti è diffuso praticamente in tutti i corsi d’acqua – dal Brenta all’Astico, fino al Leogra, al Timonchio, all’Agno e al Chiampo – ed è favorito anche dalla siccità della scorsa estate. Il rischio idrico collegato a questa situazione ha già indotto il Comune di Malo ad allertare il Genio civile di Vicenza per quel che riguarda i torrenti Livergon e Timonchio e il Genio ha annunciato che partirà a breve un piano da 120 mila euro.
Analogo allarme viene però lanciato dal comitato Marano Pulita, che denuncia la pericolosa combinazione che potrebbe scaturire tra le abbondanti precipitazioni autunnali e la mancata manutenzione dei corsi d’acqua. “Il territorio di Marano Vicentino è attraversato da due dei maggiori torrenti del vicentino – sottolinea il comitato di cittadini – oltre ad una miriade di rogge e di piccoli canali che, avendo già causato anche nel recente passato l’allagamento di alcune zone del paese, potrebbero facilmente ripetere le condizioni di rischio idraulico, con pericolose esondazioni”.
“Il torrente Leogra, originario del massiccio del Pasubio e alimentato a monte da numerosi affluenti delle valli laterali, compreso il Gogna nel territorio comunale di Schio – aggiunge il comitato – confluisce con il torrente Timonchio assumendone poi il nome, proprio in località San Pietro a Marano Vicentino. Questi incroci di corsi d’acqua, con notevoli quantità di detriti che riempiono l’alveo ad ogni alluvione, misti ad alcune rogge che drenano i campi, hanno sempre creato le condizioni di un elevato stato di pericolosità al paese. Il letto dei due torrenti alluvionali, generalmente a secco nel periodo estivo, ma capaci di piene che possono risultare disastrose, non è pulito. Oltre ad una infinità di metri cubi di ghiaione, ghiaia, ghiaino e sabbia che hanno alzato, con il tempo, il livello dei corsi d’acqua, sono cresciuti arbusti e piante, anche di alto fusto tra i cinque e i dieci metri. Tutto materiale che può diventare un pericoloso ostacolo, nel caso di emergenza alluvionale, che può essere trascinato a valle andando ad ostruire con maggiore facilità quei restringimenti dei torrenti in corrispondenza dei piccoli ponti, per esempio quello sul Timonchio in via Braglio, con cause facilmente immaginabili e già viste”.