Europei di calcio a Roma col pubblico: la Figc ottiene il via libera del Governo
Nei giorni scorsi, siamo passati dal via libera del ministro della Salute Roberto Speranza, al no del Comitato tecnico scientifico. Fino all’assurdo ultimatum lanciato dai tromboni dell’Uefa: “Entro il 19 aprile, l’Italia ci dica se a giugno-luglio, allo stadio Olimpico di Roma, potrà far entrare spettatori almeno fino al 25% della capienza”. Ma come si fa a prendere una decisione simile con quasi due mesi d’anticipo? E’ una protervia nei confronti della sovranità di uno Stato alle prese con una grave emergenza sanitaria. Nonostante tutto, l’Italia, almeno per ora, ha dato una risposta alla Federazione europea. Una risposta positiva giunta con qualche giorno d’anticipo rispetto all’ultimatum.
Il semaforo verde è arrivato attraverso una lettera dell’ex schermitrice Valentina Vezzali, sottosegretario allo Sport. Una lettera arrivata in pieno Consiglio federale per conto ovviamente del governo Draghi in cui si legge: “Stadio Olimpico aperto al 25% della capienza per gli Europei”. Tradotto: meno di 15 mila spettatori. Questo il calendario: 11 giugno Italia-Turchia, 16 giugno Italia-Svizzera, 20 giugno Italia-Galles. Poi, il 3 luglio nella Capitale si giocherà un quarto di finale della rassegna continentale che terminerà con la fase finale tutta a Londra. Le 12 città che ospiteranno gli Europei sono: Roma, Copenaghen, Bucarest, Amsterdam, Dublino, Bilbao, Budapest, Glasgow, Baku, Monaco di Baviera, Londra e San Pietroburgo.
Restano al vaglio della Uefa le situazioni di Dublino (che rischia di essere sostituita da Manchester), Bilbao (Siviglia o Madrid le alternative) e Monaco di Baviera. Intanto Gravina soddisfatto commenta: “L’Italia non può permettersi di perdere una pagina di storia perché questo 11 giugno segnerà la ripartenza del Paese e in quel momento non sarà solo la ripartenza del calcio. Serviva un’assunzione di responsabilità di prospettiva. Un messaggio di speranza. Capisco chi si limita ai dati attuali, ma dobbiamo avere coraggio”. Parole che al di là di quanto deciso oggi, fanno capire che la situazione resta in evoluzione e potrebbe cambiare ancora.