Due aziende beriche e una famiglia in lutto per l’autista investito dal muletto in manovra
Si chiamava Dobrivoje Bosic l’autista bosniaco di origini ma vicentino di adozione che ha perso la vita ieri in un tragico incidente sul lavoro a Vicenza, nello spazio esterno – in un piazzale – dell’azienda “Ferroberica” di via dell’Edilizia. La sua identità è stata resa nota nella prima serata di ieri, dopo i contatti con la famiglia, mentre il dramma si era verificato intorno alle 14.45.
La vittima, un uomo di 58 anni residente in quartiere S. Bortolo a Vicenza, era dipendente di una ditta esterna rispetto al luogo della tragedia – la “Autotrasporti Scapin” di Altavilla -, e si trovava nel piazzale della zona industriale del capoluogo per scaricare della merce dal suo camion prima di far ritorno alla base. La notizia, terribile, ha scosso i colleghi e i datori di lavoro come facile immaginare.
Bosic è spirato praticamente sul colpo, come confermato dai soccorritori del Suem che poco hanno potuto fare per tentare la rianimazione, se non constatarne il decesso. Fatale per lui sembra lo schiacciamento causato dallo spostamento in fase di manovra in retromarcia di un muletto di proprietà del centro di produzione di materiali in metallo per l’edilizia. A guidarlo un operaio di 35 anni, sconvolto per il dramma inavvertitamente causato durante il turno di lavoro pomeridiano. Il nome del giovane lavoratore vicentino risulta come indagato per omicidio colposo in seguito alla disgrazia, come atto dovuto.
Non si sarebbe accorto della presenza dell’uomo durante le manovre di spostamento sul mezzo di movimentazione, ma toccherà ai tecnici dello Spisal dell’Ulss 8 Berica ricostruire la dinamica dell’incidente mortale e valutare il rispetto o meno delle misure obbligatorie di sicurezza. Sul posto, ieri, anche la polizia di Stato in affiancamento alle indagini. Il muletto killer è stato sequestrato per favorire la ricostruzione di cosa sia accaduto in quell’attimo drammatico costato la vita al 58enne di nazionalità serba ma conosciuto a Vicenza e nell’hinterland berico, dove viveva da parecchi anni e che aveva eletto a sua nuova casa.
La vittima lascia la moglie e due figlie adulte, che dovranno attendere il nulla osta della Procura di Vicenza per poter disporre della salma del congiunto e pensare ai funerali e alla sepoltura. “Un fatto così tragico risulta una sconfitta per tutti”, si legge tra i commenti dei sindacati provinciali della Cgil, riportati già ieri a poche ore dalla notizia della disgrazia e di una nuova “morte bianca” sul posto di lavoro.