In aumento le truffe ai danni di anziani
I Carabinieri chiamano la cittadini e istituzioni a raccolta per prevenire le truffe agli anziani. Se poche sono infatti le volte nelle quali si riesce ad acciuffare i responsabili dei raggiri, questo significa che la prima cosa da fare è prevenire, creando una rete di sostegno attorno agli anziani più fragili, una rete fatta di parenti e di vicini di casa.
Come agiscono. I truffatori spesso provengono anche da altre regioni e il loro schema di azione è sempre lo stesso: individuano prima le potenziali vittime, generalmente persone anziane sole o deboli dal punto di vista psicologico e quindi meno in condizione di difendersi; poi raccolgono informazioni su di loro nella zona dove vivono; infine passano all’azione. A volte si presentano come appartenenti alle forze di polizia o anche ad altri enti (come tecnici del gas, dell’Enel, delle Poste e dell’Agenzia delle entrate); in alcuni casi si spacciano persino per avvocati e funzionari di enti pubblici. Simulando emergenze che avrebbero coinvolto qualche parente della persona anziana, come ad esempio un incidente stradale, assicurano interventi risolutivi ovviamente a fronte della consegna di adeguate somme di denaro. C’è poi la truffa dello specchietto: si induce la persona a credere di aver rotto lo specchietto di un’altra auto e si propone di chiudere la questione senza constatazione amichevole, dando dei soldi in contanti. Ancora, c’è la truffa messa in atto dalla donna più o meno avvenente che per strada abbraccia il nonnino circuendolo e sfilandogli portafoglio o gioielli (video-intervista al Maggiore Spiller, Comandante Compagnia Carabinieri Vicenza).
“I soggetti in questione sono abilissimi nel proporsi e bene organizzati dal punto di vista operativo e spesso riescono con tali ignobili comportamenti a sottrarre alle povere vittime, non in grado di valutare o di reagire, diverse migliaia di euro, o anche preziosi in oro, con un danno incalcolabile non tanto e non solo sul piano patrimoniale, quanto su quello morale, affettivo e psicologico” spiega il comandante del comando interregionale “Vittorio Veneto”, generale di Corpo d’Armata Carmine Adinolfi.
Sono reati particolarmente odiosi, ma la truffa non è considerata dal nostro Codice Penale un reato così grave e questo non permette alle forze dell’ordine di intervenire in modo davvero efficace nei confronti di chi commette questi reati.
La prevenzione. Per questo da tempo, visto anche l’aumento di questo tipo di reati, i Carabinieri del Comando Interregionale hanno avviato un’intensa attività di prevenzione che si rivolge in primis alle categorie più deboli della popolazione e che prevede la collaborazione dei sindaci, dei parroci e dei colleghi in congedo. Le vittime infatti, subiscono vere e proprie aggressioni psicologiche, che fanno leva sui loro sentimenti o che ne violano la privacy domestica, incutendo timori e usando talvolta violenze pur di sottrarre i pochi risparmi di una vita. Un’attività criminosa che, con minimo rischio, consente loro di realizzare facili proventi illeciti.
Una situazione gravissima, che l’Arma ritiene destinata a peggiorare. La prevenzione sta dando buoni frutti ma rimane insufficiente, poiché non sempre l’informazione giunge nelle case delle persone più deboli e spesso gli interessati non sono in grado di recepirne il messaggio. L’invito dei militari è quello – nei casi sospetti – di prendere tempo e avvertire un parente, o un vicino di casa, o di chiamare direttamente il 112.
“Certamente è utile parlare sempre più del fenomeno. È evidente che i familiari devono fare la loro parte dando il necessario sostegno ai congiunti esposti ed evitando che tengano denaro in casa. Alla solitudine di tanti anziani non si può unire l’amarezza del raggiro!” afferma ancora il Generale Adinolfi.