Blu tongue: annullata la transumanza ad Asiago. Intensificati i controlli
Annullato il tradizionale appuntamento con la transumanza in centro ad Asiago, che doveva tenersi questo venerdì. Per motivi precauzionali, visti casi di “blue tongue” (la “lingua blu”, la febbre catarrale maligna che colpisce capi bovini e ovicaprini con esiti letali) riscontrati in altri territori, le mucche dell’Altopiano, che godono comunque tutte di buona salute, verranno trasportate nei loro ricoveri in pianura con mezzi autorizzati. Lo rende noto il comune di Asiago. “Una decisione presa per salvaguardare il bestiame da eventuali contagi. Per chi non lo sapesse ricordiamo che la “lingua blu” non colpisce l’uomo e non è trasmissibile tramite carne e latte” afferma in una nota.
La tradizione folkloristica, molto sentita, doveva accompagnare oltre 450 mucche, guidate da un centinaio di persone anche a cavallo, lungo il viaggio di rientro dagli alpeggi di montagna, partendo dalla Piana di Marcesina. Nella giornata di domenica 25 settembre la mandria arriverà comunque a Bressanvido partendo da Pojanella.
E proprio in vista della transumanza i Servizi Veterinari e di Sicurezza alimentare della Regione Veneto stanno intensificando i controlli per prevenire la diffusione della ‘blue tongue’. Il piano di monitoraggio straordinario, avviato ad agosto negli alpeggi del Bellunese, in questi giorni è stato esteso agli alpeggi vicentini per escludere la circolazione del virus nelle mandrie che si apprestano a rientrare in pianura. Sono, infatti, questi i giorni della ‘demonticazione’, che fa mobilitare centinaia di bovini dai pascoli di montagna alle stalle di pianura.
Sinora in Veneto – secondo quanto rilevato dalla Rete di sorveglianza epidemiologica dei Servizi veterinari regionali – si sono registrati 20 casi di animali infetti nelle province di Belluno e Treviso (le prime ad essere colpite) e 2 nella provincia di Vicenza, questi ultimi in un gregge a Cismon del Grappa.
Dopo i primi provvedimenti di ‘restrizione’ che hanno circoscritto le aree interessate dai focolai, impedendo qualunque movimentazione degli animali, la Regione Veneto, ha predisposto, e inviato al Ministero della salute, il piano di vaccinazioni obbligatorie per gli ovicaprini (100 mila capi tra Vicenza, Treviso e Belluno) con spesa a carico del bilancio regionale. Le vaccinazioni per i bovini che devono spostarsi dalle ‘zone di restrizione’ sono, invece, a carico del proprietario. In attesa dell’approvazione ministeriale del piano vaccinale, i veterinari della Regione hanno provveduto a vaccinare pecore e capre nel Bellunese, là dove si sono verificati il maggior numero di focolai e di capi contagiati, al fine di garantire il benessere animale e la sopravvivenza delle greggi.
“La Regione Veneto sta affrontando il problema con tempismo attraverso i propri servizi sanitari e veterinari, in sinergia con l’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie e con la collaborazione delle organizzazioni professionali degli allevatori – informa l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan – con l’obiettivo di preservare il patrimonio zootecnico da eventuali contagi e di garantire la salute dei consumatori. Proseguono, quindi, i controlli clinici settimanali negli allevamenti, i prelievi di sangue e di siero a campione e i controlli sul latte, oltre al posizionamento di trappole entomologiche nelle aree a maggior rischio di diffusione per monitorare la circolazione virale. Controlli che ora vengono intensificati nei giorni della transumanza di fine settembre”.