Recovery, domani in Cdm il progetto Draghi che vale 221,5 miliardi
Inizierà domani alle 10 il Consiglio dei ministri chiamato a discutere sul Piano di Ripresa e resilienza per un primo esame, poi ci sarà il passaggio in Parlamento la settimana prossima e sarà inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile.
Il piano italiano per il Next Generation Eu arriva con cifre e alcuni progetti rivisitati. Il pacchetto pensato dal Governo prevede un tesoretto complessivo di interventi da 221,5 miliardi, di cui: 191,5 miliardi coperti con il Recovery Fund vero e 30,04 del Fondo complementare alimentato con lo scostamento di bilancio a cui dovranno aggiungersi i progetti “esclusi” dal Piano.
Mario Draghi, nella sua introduzione alle bozze non ancora definitive del Pnrr ha scritto: “Le riforme strutturali sono essenziali per migliorare la qualità della spesa da parte delle amministrazioni pubbliche e incoraggiare i capitali privati verso investimenti e innovazione”.
Il piano prevede: investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. per quanto riguarda la governance, il Governo avrebbe pensato ad una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia, affiancata da una struttura di valutazione e da una struttura di controllo. Le amministrazioni saranno invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e invieranno i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale.
Tra i fondi finanziati con le risorse Ue, salta l’intervento da circa 5 miliardi a sostegno dell’operazione cashback nata per favorire i pagamenti digitali. Confermate invece le principali linee di intervento rispetto al piano precedente, come gli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0 con 18,5 miliardi e la banda ultralarga che viene ampliata a 5,3 miliardi di cui 4 per progetti nuovi.
Il segretario dem Enrico Letta intervistato dal quotidiano spagnolo El Paìs definisce il Next Generation EU “una rivoluzione di solidarietà”. “Non c’è stato un momento più importante – ribadisce Letta – e il futuro dell’Europa dipende dall’Italia e dalla Spagna, per rendere permanente quello strumento. Cioè, non si applica solo alla pandemia. Misure come il bonus e la tassazione sui giganti della tecnologia devono essere permanenti. E per questo c’è solo una condizione: che Italia e Spagna usino bene i soldi. Entrambi i paesi riceveranno la metà di tutti i fondi. Quindi, se lo fai bene, puoi convincere i tuoi 27 anni a rendere permanente questa idea rivoluzionaria. Se falliscono, l’Europa tornerà al 2019 e sarà difficile avere fondi per il progresso sociale”.