Caso Battisti: Corte Suprema brasiliana rinvia la decisione sull’estradizione
Rimane ancora bloccata la situazione in Brasile per Cesare Battisti: la prima sezione della Corte suprema che avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di ‘habeas corpus’ presentata dai legali dell’ex terrorista per evitarne l’estradizione in Italia, dove è stato condannato a quattro ergastoli, ha deciso di ritirare l’argomento dall’ordine del giorno “per motivi processuali”, rinviando il tutto. L’avvocatura dello Stato ricorda intanto che l’ultima parola spetterà a Temer.
Intanto, a San Paolo, il Tribunale regionale federale della terza Regione ha deciso all’unanimità di mantenere le misure cautelari alternative al carcere per l’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, che resta quindi in libertà.
L’ex terrorista parla inoltre ha parlato in una intervista al Gr1 della Rai: “Qualcuno ha voluto portarmi alla frontiera con la Bolivia, è stata una trappola“. Così Battisti, aggiungendo: “Era tutto organizzato. Io qui in Brasile sono accettato, tutti mi vogliono bene”. Secondo l’ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo, “nel plenario dell’Alta Corte brasiliana ci sono diverse voci, molte delle quali sono a mio favore”.
Parla inoltre delle vittime. “Come non ho compassione per le vittime? Certo che ho compassione per le vittime. Io ho 62 anni, ho moglie, figli e sono nonno”, ha dichiarato Battisti. “Si stanno inventando un personaggio che non esiste“.
E ancora: “Fortunatamente sono uscito prima che iniziassero gli omicidi nel mio gruppo”, assicura Battisti e spiega: “Come si può essere soddisfatti o fieri di tanta violenza, di tanti omicidi, di tanto sangue, da una parte come dall’altra. La lotta armata è stata un suicidio, non poteva dare risultati per nessuno. E anche indirettamente ho partecipato a idee che hanno portato a una follia, a una via senza uscita”.