Calcio aperto a tutti. La campagna “We want to play” modifica le regole Figc
E’ partita dalla scledense Polisportiva Sans Papier la richiesta di modificare l’articolo 40 del NOIF (Norme Organizzative Interne alla Federazione Italiana Gioco Calcio), che pone limiti stringenti per il tesseramento di richiedenti asilo alle società di calcio.
Una battaglia legale e di civiltà iniziata il 31 gennaio, che ora ha ottenuto la modifica della norma. “WeWant To Play – nessuno è illegale per giocare a pallone”. Questo il nome della campagna che ha coinvolto decine di società di tutta Italia, sotto l’impulso della Polisportiva Sans Papier.
“Sotto accusa i punti b e c del comma 1.1 riferiti all’articolo 40 del NOIF, che pongono come condizione necessaria al tesseramento il certificato di residenza italiano e un permesso di soggiorno con scadenza non anteriore al 31 gennaio dell’anno successivo all’inizio della stagione – si legge in una nota – ciò significa che per un atleta straniero essere arrivato in Italia, ad esempio il 29 di gennaio, o risiedere in uno di quei Comuni dove viene concesso il domicilio e non la residenza, è sufficiente per vedersi vietata la possibilità di prendere parte ad un campionato federale. Caserta, Roma, Milano, Trento, Napoli, Iesi, Montecchio, Lecce, Vicenza, Schio, Fano, Parma, Padova. Da Nord a Sud si sono moltiplicate le adesioni alla campagna con striscioni dalle tribune degli stadi, iniziative sportive, lettere aperte e denunce sui media locali”.
Movimentazione che ha portato la Figc a cambiare il regolamento. “Siamo stati i firmatari della richiesta – fa sapere la Polisportiva Sans Papier – abbiamo personalmente seguito l’iscrizione al campionato Figc di due ragazzi richiedenti di asilo politico e abbiamo avuto diversi incontri con il responsabile regionale Figc, fino al buon esito finale”.