Spagna nel caos: indipendenza Catalogna e Madrid destituisce il governo catalano
Tutti contro tutti in Spagna. E’ durata poco la festa catalana per la dichiarazione d’indipendenza votata oggi dal Parlament della Generalitat de Catalunya: è stata immediata infatti la dura replica di Madrid. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha subito applicato l’articolo 155 della Costituzione iberica per commissariare la Catalogna: destituito il presidente catalano Carles Puigdemont, destituiti i membri del Governo e sciolto il Parlamento. Rajoy, al termine della riunione straordinaria del Consiglio dei ministri, ha annunciato i provvedimenti dicendo: “Ho sciolto il parlamento catalano e il 21 dicembre si celebraranno elezioni nella comunità autonoma. Bisogna dare il voto ai catalani, sono le vere urne che hanno la parola. Bisogna tornare quanto prima alla vita sociale normale in Catalogna”.
La dichiarazione d’indipendenza. Nel primo pomeriggio di venerdi 27 ottobre (data che a questo punto passerà alla storia) il Parlament aveva votato l’entrata in vigore della “legge di transizione giuridica e di fondazione” della Repubblica. La risoluzione era stata votata a scrutinio segreto solo dai partiti indipendentisti, mentre i popolari, i socialisti e Ciudadanos avevano abbandonato l’aula prima dell’inizio: 70 i voti favorevoli, 10 i contrari , due le schede bianche. Risultati che hanno scatenato l’esultanza in aula, con gli indipendentisti in piedi a cantare l’inno Les Segadores. Mentre Rajoy dal canto suo aveva subito definito la votazione “un atto criminale”. Quindi, il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, aveva invitato il popolo della Catalogna a difendere il Paese dichiarando: “Nelle ore che vengono restiamo sul terreno della pace, del civismo e della dignità. Quello che abbiamo fatto è stato un passo lungamente atteso e combattuto”.
Catalogna: gente in piazza a festeggiare ma come detto la festa è durata poco. Dopo la dichiarazione d’indipendenza, per le strade di Barcellona e al di fuori del Parlament sono scattati i festeggiamenti. In migliaia si sono radunati in strada e nelle piazze come era già successo dopo la vittoria del referendum. Secondo la Guardia Urbana solo nella capitale catalana, Barcellona, sarebbero state 17 mila le persone radunate in piazza Sant Jaume per festeggiare l’indipendenza. Poche ore prima del voto, invece, i due partiti autonomi catalani, Junts pel Sì e Cup, avevano depositato in Parlamento una proposta di risoluzione contenente, nella parte espositiva (e non in quella che si sottopone al voto) l’impegno ad “assumere il mandato del popolo espresso nel referendum” per “dichiarare la Catalogna come Stato indipendente in forma di Repubblica”. Insomma, da un lato, una dichiarazione formale d’indipendenza, dall’altro l’apertura a un processo costituente per mettere in moto il nuovo Stato. Adesso però è caos totale.