Scontro a colpi di accuse tra Consob e Bankitalia sulla Popolare di Vicenza e Veneto Banca
Si cerca chiarezza dai maggiori organi istituzionali che dovevano occuparsi della regolarità di funzionamento degli istituti di credito, ma (per ora) volano solo accuse reciproche. E’ quanto è andato in scena ieri, in sintesi, durante la riunione della commissione di vigilanza sulle banche presieduta da Pier Ferdinando Casini, che sta analizzando i casi “veneti”. Su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sia la Consob (commissione nazionale per le società e la Borsa) che Bankitalia hanno fornito visioni diverse della complessa questione che ha portato al tracollo totale dei due istituti di credito e alla perdita degli investimenti di moltissimi risparmiatori, arrivando ad un vero e proprio scontro.
La commissione ieri ha prima ascoltato Angelo Apponi, direttore generale della Consob, e poi Carmelo Barbagallo, capo della vigilanza di Bankitalia, in modo separato. Il confronto diretto tra i due, invece, non avverrà. In sostanza, su Banca Popolare di Vicenza per Apponi Consob «non ricevette nessuna informazione da parte di Bankitalia sul prezzo», mentre per Barbagallo «nel 2012 erano venute fuori problematiche, ma non particolarmente catastrofiche sul rischio di credito. Queste le abbiamo segnalate nella lettera alla Consob di metà 2013». Per quanto riguarda Veneto Banca, invece, l’attacco di Consob si concentra sulla mancata segnalazione nel 2013 di problemi in vista dell’aumento di capitale di Veneto Banca, ma Bankitalia ha ribattuto che nel novembre del 2013 si segnalò alla Consob che il prezzo per l’aumento di capitale di Veneto Banca era “incoerente con il contesto economico, vista la crisi in atto” e considerate anche le “negative performance reddituali dell’esercizio 2012”.
Lo scambio di accuse ha dato origine a diverse reazioni politiche, dal commento di Luigi di Maio (Movimento 5 Stelle) che ha parlato di “drammatico teatrino: volano stracci e ci mettono così in seria difficoltà con la comunità internazionale” a quello del “dem” Matteo Orfini, capogruppo in commissione di inchiesta sulle banche, che su Twitter ha scritto: “Quello che sta emergendo in commissione banche è serio, grave e allarmante. E dimostra che abbiamo fatto bene a volere questa commissione. E a dire che il sistema di vigilanza aveva delle serie falle”. Intanto, la commissione presieduta da Casini ha deciso di tenere secretati i nomi dei grandi debitori di Bpvi e Veneto Banca.