Covid, in Veneto due casi di variante indiana in Ulss 7. Da oggi le prenotazioni per over 60
I primi casi di variante indiana in Veneto sono stati riscontrati nel territorio Vicentino, e più precisamente nel bacino dell’Ulss 7 Pedemontana. Si tratterebbe di due casi isolati, tra i recenti nuovi contagi da coronavirus conteggiati nel corso del fine settimana. Le persone alle prese con la pericolosa e soprattutto ancora poco conosciuta mutazione del Sars-Cov-2 – che in Asia sta falcidiando migliaia di persone ogni giorno – sarebbero entrambe residenti a Bassano del Grappa o paesi limitrofi. In realtà si scoprirà poi in serata il malinteso, trattandosi di una famiglia di Villaverla, i cui tamponi sono stati processati nel laboratorio dell’Ulss 7 Pedemontana associata a Bassano per convenzione dal presidente regionale.
A darne notizia ufficiale è stato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nel corso del punto stampa quotidiana di Marghera. Si tratta di padre e figlia (persona adulta) entrambi di nazionalità indiana, rientrati di recente da un viaggio in madrepatria, sui quali non sono disponibili altre informazioni al momento. Si trovano in isolamento nel proprio domicilio, con sintomatologia presente ma non grave. “L’unico elemento su cui manteniamo ancora dei punti di domanda è proprio il tema delle varianti – ha detto Zaia oggi -, affrontiamo giorno dopo giorno anche questo tema ma guardiamo avanti. Ci sono altri due casi in via di valutazione”.
Molteplici i temi toccati, dalla fotografia dello stato della campagna di vaccinazioni in Veneto sulle fasce di anziani, con la novità dell’apertura da oggi alle prenotazioni per gli over 60. In arrivo nuove dotazioni di dosi, destinate anche alle fasce fragili in coda (ultraottantenni, persone con disabilità e care giver) come nelle settimane precedenti. “Stiamo correndo” – ha sottolineato tracciando lo status quo attuale. Nel corso della conferenza stampa si è offerto un dato sugli 80enni ricoverati in terapia intensiva: sono “solo” 8. Va ricordato, però, per completezza di informazione, che per una quota di pazienti gravi in età avanzata non viene praticata la procedura dell’intubazione, troppo invasiva.
Da segnalare un appello di Luca Zaia ai pensionati rientranti nella fascia di età dai 70 ai 79 anni, la cui chiamata tramite prenotazione per le inoculazione della prima dose di vaccino – attraverso l’impegno dei medici di famiglia – sta volgendo al termine, con poco meno del 70% degli aventi diritto completata o prenotata. “Prenotatevi – ha detto – e per chi avesse difficoltà a farlo ricordiamo che si sono a disposizione gli sportelli in molti comuni, le farmacie e anche i carabinieri che ringrazio. Il mio è un appello, ma ricordiamo che la vaccinazione rimane un atto volontario”. Entro mercoledì corrente prevista la consegna di circa 100 mila vaccini dai vari stabilimenti di Pfizer, Moderna e AstraZeneca o Vaxzevria. “Se siamo quelli che ad oggi vaccinano di più in Italia, chi dobbiamo andare a vaccinare, cani e gatti? – così Zaia pungolato in merito critiche del PD su un presunto atteggiamento “molle” sui vaccini -, ricordatevi che sono stato bloccato quando volevamo comprarli come Regione Veneto, definendola come pratica immorale. Ha pesato in maniera pesante la discussione su AstraZeneca”.
Sul tema del rientro a scuola per una fetta più consistente di studenti, tutto secondo programmi e protocolli nella stragrande maggioranza dei casi. Ma si dovranno attendere i prossimi giorni per dei dati indicativi sui contagi in ambito scolastico tra le fasce più giovani. “La vicepresidente De Berti sta seguendo la questione – ha commentato Zaia rispondendo a una domanda -, a parte un paio di criticità tutto ha avuto un’evoluzione sostenibile. Siamo passati dal 50 al 70% in presenza come sapete. Bisogna stare attenti, i ragazzi rischiano di essere vettori di malattia per genitori anche se sul fronte dei ricoveri non rappresentano un numero rilevanti in rapporto all’ospedalizzazione”.