Autonomia, approvato il testo della legge che dà il via alle trattative con Roma
Via libera alle trattative tra Stato e Regione Veneto sul tema dell’autonomia. Secondo step giunto a compimento ieri sera a Palazzo Ferro-Fini, dove il consiglio regionale ha approvato il Pdls 43 che, nel concreto, consegna al presidente Luca Zaia un mandato per presentare il progetto di legge statale che individua percorsi e contenuti per il riconoscimento di ulteriori autonomie.
Sul tavolo sarà “apparecchiata” la proposta di trasferimento delle 23 competenze da Stato a Regione dopo una data fondamentale, quella di ieri, seconda per importanza solo al 22 ottobre scorso, il giorno designato per il referendum consuntivo.
La seduta del consiglio si è conclusa nella serata di ieri con la votazione – 40 gli esiti favorevoli, 10 le astensioni dal voto – che ha approvato il testo normativo, il tutto ampiamente entro i termini (90 giorni) richiesti a partire dalla promulgazione dei risultati del sondaggio popolare. Un referendum non vincolante – va ricordato – ma che al raggiungimento del quorum ha di fatto tolto il “blocco” alla macchina legislativa del Veneto, ora pronta all’accelerazione per affrontare la corsa all’autonomia. Che non sarà scevra da salite, curve e possibili pit-stop.
Sul piatto l’articolato disegno di legge battezzato ieri e soprattutto la risposta sancita dalle urne venete: il “sì” di 2 milioni e 274 mila cittadini (su circa 4 milioni di aventi diritto al voto), per un’affluenza in percentuale pari al 57,2% (ancora più consistente nel Vicentino con il 62,7%). Come noto, l’esito rappresentò un plebiscito per i sostenitori del “sì” con il 98,1% di pareri favorevoli.
Tra i ringraziamenti di rito, aperti dal presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti, “ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile, in tempi rapidi, questo importante risultato che vuole offrire ai veneti maggiori forme di autonomia. Ora si apre la stagione del confronto e della trattativa che sappiamo non sarà di certo facile”, non sono mancate le note di disappunto in sede di dichiarazione di voto. Qualche distinguo, nel corso della discussione, in particolare sull’articolo 2 del testo approvato e in considerazione dell’assunto costituzionale che impone l’obbligo di solidarietà fiscale tra le regioni italiane.
Stefano Fracasso (Pd): “Noi siamo per l’autonomia e per questo non abbiamo fatto mancare il nostro contributo. Ora la proposta che porteremo a Roma deve essere concreta, seria e responsabile, in vista del voto parlamentare. Non ci convince affatto la volontà di trattenere i nove decimi del gettito Irpef/Iva/Ires generati nel territorio regionale”.
Pozioni diverse all’interno del Movimento Cinque Stelle, con Patrizia Bartelle che si defila dal voto “per il rispetto che devo ai cittadini veneti e italiani, mi differenzio del mio gruppo consiliare in quanto questo progetto di legge non mi convince nella sua impostazione generale”, mentre il capogruppo Jacopo Berti conferma la linea dei pentastellati: “la volontà dei cittadini, espressa con lo strumento del referendum, è sacra perché rappresenta la democrazia diretta e il nostro voto in aula conferma l’impegno che ci siamo presi. Noi abbiamo fatto la nostra parte con senso del dovere e in modo chiaro. Ora la palla passa a Roma e alla delegazione veneta che andrà a trattare con lo Stato”.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, sorride al superamento del nuovo step e ci prepara a quello più impegnativo: “Ricevo un mandato forte dai veneti, figlio di un referendum che ha dato un risultato molto favorevole, e voglio onorarlo nel migliore dei modi, con serietà e senso di responsabilità. In questa partita dobbiamo esserci tutti e fare squadra. Del resto, abbiamo seguito un percorso inattaccabile. Sento la responsabilità che i veneti ci hanno voluto dare. D’altra parte, siamo l’unica Regione circondata da due a Statuto Speciale. Facciamo squadra e guardiamo al nostro futuro. Dobbiamo solo chiedere a Roma di evitare gli sprechi di risorse pubbliche, non vogliamo certo danneggiare nessun italiano”.