Il tifoso della Samb esce dal coma ma rimane grave: caduta accidentale o pestaggio? VIDEO

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Foto tratta dal sito www.tuttosamb.it

“Nulla sarà insabbiato”. Lo dichiara con fermezza Giuseppe Petronzi, questore di Vicenza,  sulle pagine di Corriere del Veneto in riferimento alle indagini sul ferimento del tifoso della Sambenedettese avvenuto lo scorso 5 novembre a margine della partita di serie C a Vicenza. Due i fronti su cui la vicenda del tifoso 44enne Gianluca Fanesi catalizza le attenzioni: lo stato di salute che registra l’uscita dal coma (avrebbe infatti aperto gli occhi) e il tenue miglioramento delle condizioni mediche generali, e quello giudiziario, con le investigazioni, che sono ad un bivio.

Alla versione della prima ora, che raccontava di un maldestro scivolone dello sfortunato supporter marchigiano nel corso di una parapiglia in viale Trissino (a poche decine di metri dallo Stadio Menti), si affiancherebbe la tesi del pestaggio avvenuto per mano di uno o più agenti. Le quattro fratture al cranio riportate da Fanesi, quindi, potrebbero non essere frutto di una caduta accidentale contro una recinzione inferriata e poi sull’asfalto, ma di colpi di manganello inferti sull’uomo già a terra. Versione da dimostrare ma al vaglio degli inquirenti.

Cruciali le testimonianze e i filmati, anche se non esaustivi, raccolti sul posto da parte di residenti della zona e dei compagni di fede calcistica, coinvolti anch’essi negli attimi di tensione post partita. La miccia si accese quando un gruppetto di tifosi vicentini e una più numerosa rappresentanza della tifoseria ospite – si parla circa trenta ultrà rossoblu – vennero a contatto, costringendo all’intervento immediato la polizia. Ricostruzione dei fatti non semplice visto il contesto caotico, la giornata di pioggia torrenziale e i punti ancora oscuri di una drammatica domenica di sport. Di certo si dà per assodato che la batteria di fede Sambenedettese dopo il blitz fallito si era data alla fuga, lasciando sul posto dei bastoni di legno poi sequestrati, imbattendosi in una pattuglia di agenti in tenuta antisommossa.

La questura di Vicenza è intenzionata a far piena luce: «Verificheremo cos’è accaduto a Gianluca Fanesi e, se dovesse emergere che qualcuno ha sbagliato, ne pagherà le conseguenze. Vogliamo arrivare alla verità». Rissa e lesioni i capi d’accusa al momento nei confronti di ignoti dopo la denuncia dei familiari di Fanesi, mentre si apprende dal nosocomio berico dell’uscita dal coma dell’ultrà, ricoverato nel reparto di rianimazione e che prosegue la sua partita per tornare alla vita, pur rimanendo in condizioni ancora gravissime. Accanto a lui i familiari, il fratello Massimiliano e la moglie Teresa, a tifare – nel senso genuino e sano del termine – per lui.