Laura Locci: dalla Sardegna a Schio per occuparsi di ingegneria e telecomunicazioni
Sono sempre di più le donne sul nostro territorio che sanno unire incarichi di grande responsabilità e una vita familiare intensa e piena. Una di queste è Laura Locci, ingegnere civile e amministratore unico di Pasubio Tecnologia, società pubblica di informatica che ha in pugno la digitalizzazione dell’Alto Vicentino.
Nativa di Cagliari, Laura ha completato gli studi universitari in Ingegneria Civile nella città natia per poi spostarsi a Roma per conseguire un master in Architettura Digitale: “Nella classe di concorso di ingegneria civile – ha raccontato Laura a Radio Eco Vicentino – ho avuto molti concorrenti. Per avere più opportunità ho deciso di buttarmi nella parte informatica dove ho trovato un compromesso tra il mondo della progettazione e l’ingegneria”.
Dalla capitale, Laura si è spinta sempre più a nord fino ad arrivare nell’Alto Vicentino per un esperienza di stage. Qui si è innamorata non solo del territorio e i suoi servizi ma anche della persona che è diventata suo marito e compagno di vita: “È partita come una convivenza – racconta con un sorriso – che si è trasformata in 26 anni di matrimonio e tre figli”.
L’avventura a Pasubio Tecnologia è iniziata come presidente del consiglio di amministrazione per vederla poi diventare amministratore unico, con i cambiamenti portati nel settore pubblico dal decreto Madia: “Questa normativa ha imposto che i dipendenti pubblici non potessero più far parte del consiglio di amministrazione, che quindi è decaduto. Di qui la scelta di passare direttamente ad avere un amministratore unico”. Dopo aver accettato il nuovo incarico Laura Locci ha voluto tornare sui banchi per completare un MBA e acquisire competenze adeguate per ricoprire il nuovo ruolo manageriale.
Laura definisce Pasubio Tecnologia come un “gioiello del territorio”. Non a caso, la società è una delle dieci in tutta Italia che si può definire “cloud service provider” per la pubblica amministrazione, acquisendo la qualifica prestigiosa di essere membro di Assinter: “Siamo piccoli – ha commentato Laura – ma abbiamo fatto un percorso importante di cui raccolgo i frutti”.
Oltre ad essere a capo di una società pubblica che gestisce tutti i comuni del territorio, Laura è anche una libera professionista. Come fa, insieme al marito, a gestire una vita cosi ricca di appuntamenti? “Non sarebbe stato possibile avere tre figli senza una rete efficiente di servizi come quelli che ho trovato in questo territorio. Ho allattato tutti i miei tre figli per un anno intero – racconta – perché ho avuto la fortuna di avere l’asilo nido di fronte all’ufficio dove lavoravo, quindi ogni due ore uscivo per allattare il mio bambino”.
“Sicuramente una certa pianificazione aiuta molto – ha continuato Laura – soprattuto se io e mio marito abbiamo impegni che interferiscono con la routine familiare, ma cerchiamo di organizzarci. Sia io che lui, che è imprenditore, limitiamo la sfera del lavoro entro certi orari per dedicarci alla famiglia. Mio marito ha perso il padre quando era giovane quindi non vuole sottrarre il tempo ai figli”.
Laura Locci non solo affronta le vicissitudini dell’essere una mamma a tempo pieno ma anche quelle provenienti dall’occupare una posizione di rilievo in un settore che, pochi anni fa poteva essere considerato “prevalentemente maschile”: “In realtà non no avuto difficoltà ad essere riconosciuta nel mio ruolo. Più le persone sono intelligenti e meno questo problema si pone. La parità di genere è un problema – ha continuato Laura – dal punto di vista salariale ed il riconoscimento del ruolo è importante”.
“Un episodio in cui non mi è stato riconosciuto il mio ruolo? Ad una riunione: l’interlocutore chiamava ‘dottore’ un sindaco, che non era laureato, mentre io e una collega con laurea eravamo chiamate ‘signore'”.