Disorientati sul sesso, ma lo fanno precocemente: ecco le risposte che i giovani cercano sul web
C’è la ragazzina che teme di restate incinta dopo aver usato l’asciugamano del papà e l’aspirante mamma che fatica ad accettare che il bimbo tanto desiderato non arrivi subito. Per tutte (e tutti), lei ha una parola chiara, scientifica, ma allo stesso tempo accogliente e amichevole, che riesce a rasserenare. E’ thienese una delle consulenti preferite da chi in rete cerca risposte su fertilità e gravidanza. Elena Crestanello, 41 anni, gestisce infatti la community Periodofertile dal 2007: con più di 37 mila fan su Facebook e un milione di utenti unici al mese, è sicuramente uno dei portali più seguiti su questi temi, specie se consideriamo che non ha dietro un grande gruppo editoriale. Dal suo osservatorio, e soprattutto dalle domande che le vengono poste dagli utenti, emerge uno spaccato del livello di ansia, desiderio e anche di disinformazione che accompagna chi vuole (o teme) rimanere incinta.
“Il portale è nato nel 2007 – racconta Elena – io avevo una figlia piccola e l’idea di un secondo figlio in cantiere. Avevo avuto già una gravidanza precedente non finita bene e delle complicazioni importanti alla nascita di mia figlia, pertanto avevo vissuto sulla mia pelle alcune situazioni e paure che avrei voluto condividere con qualche altra mamma per sentirmi compresa e per capire come loro avevano superato il problema. Nella mia testa volevo creare un luogo protetto, in cui venissero date informazioni corrette sul tema fertilità e gravidanza, fruibili dalle persone che non avevano una formazione scientifica e che offrisse anche la possibilità alle donne di conoscerne altre che stavano vivendo una particolare situazione che le accomunava. In questo modo è nato Periodofertile, che nel corso degli anni è diventato una grande community di donne, di aspiranti mamme, di donne in attesa e neomamme”.
Tu saresti una biologa….
“Si, e vista la mia formazione e gli approfondimenti fatti nel corso degli anni, mi occupo di seguire le donne che cercano di avere un bambino, spiegando loro il ciclo mestruale e come capire quando sono fertili. Sembra assurdo ma al giorno d’oggi tantissime donne, e parlo della fascia 20-50 anni, non conoscono il loro corpo e i meccanismi che regolano la fertilità. Mi avvalgo inoltre della collaborazione di esperti: ostetriche, ginecologi, psicologhe, andrologi, genetisti e nutrizionisti che scrivono contenuti e rispondono alle domande degli utenti. Offriamo quindi tematiche utili alle coppie dal momento in cui decidono di avere un bambino o si stanno preparando alla ricerca, le accompagniamo durante la gravidanza e fino ai primi 2-3 anni del bambino”.
Quali sono le paure principali delle mamme/aspiranti mamme? Cosa ti chiedono?
“Viviamo in una società che è basata tantissimo sul ‘tutto e subito’. Pertanto quando una coppia decide di avere un figlio, si si aspetta che la gravidanza arrivi al primo tentativo. Insomma hanno passato anni ad evitare attentamente una gravidanza e adesso che la cercano non arriva più? Gran parte delle donne vorrebbero rimanere incinte immediatamente, lo stesso mese in cui decidono di avere un bambino. E questo è un atteggiamento sbagliato che carica le donne di ansie e stress che sono controproducenti. La maternità – e la ricerca della stessa – ha i suoi tempi che vanno rispettati, anche per dare tempo a loro stesse di entrare pian pianino in questo nuovo modo nuovo che cambierà per sempre la loro vita. Potranno così arrivare più pronte e consapevoli al primo abbraccio con il loro bambino”.
Le statistiche ci dicono che non si fanno più figli e che si fanno sempre più tardi.
“E infatti la paura più grande, visto anche l’aumentare dei problemi di fertilità che affliggono le coppie (la fertilità maschile è in continuo declino negli ultimi decenni) è quello di non riuscire a diventare genitori nei tempi previsti o di dover ricorrere alla fecondazione assistita. La medicina ha fatto e continua a fare enormi progressi in questo campo, molte coppie che in passato non potevano avere figli ora ci riescono anche sei costi sono elevatissimi nei centri privati, e nei centri pubblici le liste d’attesa sono improponibili. E il tempo in questi casi sappiamo che ha un valore importantissimo. Le mamme invece mi contattano meno spesso e solitamente sono problematiche collegate all’allattamento o al sonno del bambino. In questo caso abbiamo ostetriche che rispondono e ovviamente per tutte le questioni mediche rimandiamo al pediatra o al medico di fiducia della donna”.
Si rivolgono a te anche papà? Per chiedere cosa?
“I maschi per natura sono molto meno loquaci però intervengono sempre più spesso anche perché fortunatamente sono sempre più partecipi durante la gravidanza e nella gestione del neonato. Chiedono consigli per le nausee della futura mamma, chiedono supporto nella scelta di entrare o meno in sala parto, e qualche volta scrivono la loro testimonianza. Questa ed esempio è arrivata ieri (i nomi sono di fantasia): Mi chiamo Carlo ho 44 anni e il 13 settembre scorso è nata la mia QUARTA FIGLIA! Un’emozione indescrivibile, gli altri bambini hanno 12 10 e 9 anni… Marco Luca e Anna…quindi lei è venuta dopo tanti anni e in maniera del tutto inaspettata…(…) Mentre mia moglie dava alla luce Maria, 2950 g di puro amore…gli altri bambini nostri erano nel nido…mi hanno dato Maria in braccio io l’ho portata nel nido e assieme a Marco Luca e Anna l’abbiamo lavata…ho ancora i brividi…è stato meraviglioso… Ed è bello sapere che anche loro hanno il desiderio di condivisione delle loro emozioni. Ci sono poi aspiranti papà che si informano molto sulla fertilità della donna per ottimizzare le possibilità di concepimento, chiedono le analisi che devono fare e come supportare la compagna nel caso di problemi di fertilità”.
E le giovanissime e i giovanissimi?
“Questa è una nota dolente, i ragazzi e le ragazze cercano risposte su internet ai loro dubbi, bypassando libri e soprattutto il dialogo con i genitori che dovrebbero essere i primi a introdurre l’argomento sessualità e affettività. Le scuole sono sempre più lacunose e si contano sulle dita quelle che hanno dei bei progetti di educazione all’affettività e alla sessualità. Stiamo crescendo una generazione disorientata su queste tematiche ed è necessario correre ai ripari. Ho una figlia che tra poco compie 12 anni e ogni volta che mi scrivono sue coetanee mi viene una stretta al cuore. Ragazzine di 12-13 anni spaventate perché non arrivano le mestruazioni. Delle volte perché hanno avuto rapporti (sempre non protetti) e altre volte perché non capiscono come mai il loro ciclo non sia regolare. La domanda è: perché non chiedono aiuto alla mamma? Posso capire il timore si svelare che hanno avuto un primo rapporto, ma se non lo hanno avuto, perché questa difficoltà ad affrontare il tema mestruazioni? Mi scrivono anche i ragazzi preoccupati di non essere riusciti ‘a controllarsi di dovere’ e quindi mi chiedono chiarimenti sul rischio di una gravidanza. Perché purtroppo i ragazzi non usano metodi anticoncezionali validi, il preservativo secondo loro da fastidio e si affidano al coito interrotto che sappiamo esser altamente fallibile soprattutto a quell’età… Per non parlare poi del grande problema delle malattie sessualmente trasmissibili che sono in esponenziale aumento tra i giovanissimi. Quando cerco di spiegare a una ragazzina la macchina meravigliosa che è il suo corpo lo faccio non solo perché credo sia importante conoscere il corpo in cui vivono, ma anche perché imparino a rispettarlo. Rispettarsi significa poi anche farsi rispettare dall’altro, elemento fondamentale in ogni relazione, di qualsiasi età”.
Quali sono le domande più insolite che ti son state fatte?
In tutti questi anni ho risposto a migliaia e migliaia di domande: ho chiesto una stima tempo fa per curiosità e mi sono spaventata! Domande ‘strane’ me ne arrivano tante, c’è chi in questi anni mi aveva sollecitato a scriverne un libro, cosa che non ho fatto perché mi sembrava di prendere in giro chi mi aveva scritto per avere risposte a domande dettate dall’ignoranza, nel vero senso del termine. Al giorno d’oggi assistiamo alla gogna mediatica delle domande sciocche delle mamme sulla pagina Fb del Signor Distruggere. Io ho scelto da anni una via diversa, quella meno popolare, che è quella di rispondere a una a una e di cercare di chiarire i dubbi con l’informazione corretta, bastata su riferimenti scientifici e con il supporto di esperti. Perché se una ragazza teme di essere rimasta incinta asciugandosi con l’asciugamano con cui si era asciugato il padre, oppure se mi chiedono se possono essere rimaste incinte in piscina, o ancora se una donna incinta mi chiede se il dna del bambino che ha in grembo possa cambiare in qualche modo se in gravidanza ha rapporti con un uomo diverso dal padre, non puoi limitarti a sorridere. C’è un momento di sconcerto appena leggi la domanda, poi rifletti, ci pensi e rispondi motivando quello che le vai a spiegare. Oltre a quelle strane sono più frequenti le domande di donne disperate perché cercano un figlio da anni, o perché hanno appena perso un bambino, oppure perché quel bambino non lo vogliono… Il mio lavoro spesso si traduce in una mano sulla spalla virtuale, in empatia. Ho imparato nel tempo a sospendere il giudizio… tutte le scelte hanno alle spalle vicissitudini che non possiamo immaginare nemmeno lontanamente”.