Nuovo primario in Senologia, la nomina è “interna”: Enrico Di Marzio proviene da Bassano
Si tratta in pratica di un trasferimento all’interno della stessa azienda sanitaria, ma con promozione dall’unità semplice a quella complessa dell’ospedale “Alto Vicentino” di Santorso. E, soprattutto, di una notizia che interessa da vicino il genere femminile. Si appone così un nuovo tassello nell’organico del polo sanitario del distretto 2, con il dott. Enrico Di Marzio, già responsabile di Chirurgia Senologica a Bassano del Grappa, ad assumere il ruolo di direttore dello stesso reparto ma dell’ospedale di Santorso.
A comunicarlo oggi la stessa Ulss 7 Pedemontana, con il benvenuto o meglio ben ritrovato nel nuovo incarico al 54enne, veneziano di origine. Chirurgo di riconosciuto valore, il dott. Di Marzio si è laureto con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Padova, dove ha anche ottenuto la specializzazione in Chirurgia Generale. Ad arricchire il curriculum di studi il master di II livello in Senologia, stavolta a Verona, settore di cui si occupa sin dal 2008.
“L’unità senologica è in realtà un gruppo multidisciplinare composto da più professionalità, – ha spiegato in sede di presentazione il nuovo primario – con il fine specifico di offrire il migliore percorso diagnostico-terapeutico per la donna, in tutti i suoi aspetti, da quello chirurgico a quello psicologico. L’obiettivo è costruire tra gli ospedali di Santorso e Bassano un unico gruppo di lavoro sulle due unità operative, basato su un confronto quotidiano tra gli specialisti per definire insieme il migliore percorso di cura”.
Proprio sul tema delle sinergie tra le diverse strutture ospedaliere richiama l’attenzione il dg dell’Ulss 7 Carlo Bramezza: “con questa nomina rafforziamo l’organigramma dell’Ospedale Alto Vicentino e allo stesso tempo creiamo il presupposto per una collaborazione sempre più stretta tra gli ospedali nell’ambito della Senologia. Significa maggiore condivisione delle best practice e delle esperienze acquisite dai nostri specialisti e un migliore coordinamento organizzativo. In definitiva, un’assistenza migliore per le pazienti e un modello di sanità più moderno”.