Spv, per Anac maxicontributo inammissibile. Botta-risposta fra Zaia e opposizioni
Infuria la polemica sulla Superstrada Pedemontana Veneta dopo che ieri l’Anac – l’Autorità Nazionale Anticorruzione – ha pubblicato e inviato alla Procura della Corte dei Conti una delibera che ha già dato il via a un’indagine sullo stato di avanzamento dei lavori.
Tre i punti principali messi in evidenza dalla delibera. Il primo è un incremento del contributo pubblico che “non appare ammissibile” alla luce delle condizioni contrattuali, perché potrebbe “falsare la concorrenza”. Il secondo è l’impiego di risorse pubbliche, pur “attenuato” rispetto al passato, giudicato ancora “sbilanciato a sfavore del soggetto pubblico” rispetto alla “mobilitazione delle risorse private da parte del Concessionario”. Il terzo è lo slittamento del termine dei lavori al 30 settembre 2020, giudicato dall’Anac “non ammissibile” senza una corrispondente e adeguata riduzione della durata della gestione. Anac ha auspicato inoltre “un riesame della stima sui volumi di traffico”, mentre ha giudicato favorevolmente le nuove modalità di remunerazione del concessionario introdotte dalla Regione Veneto, perché contribuiscono a una migliore suddivisione dei rischi.
Il Commissario per la Spv, Marco Corsini, rileva che l’Anac “ha inequivocabilmente affermato la correttezza giuridica del terzo atto convenzionale introdotto dalla Regione a modifica della convenzione precedente, modifica che è stata definita non sostanziale, rispettosa delle regole della concorrenza e non stravolgente l’impianto originario, con buona pace dei critici che sbandierano il rischio da contenzioso”.
“Ringrazio il dottor Cantone – ha affermato invece il Governatore Luca Zaia – per averci consentito di concludere in modo positivo un percorso sicuramente complesso, cominciato quando, con la mia amministrazione, ereditammo questa opera viaria strategica con tutti i suoi problemi e le sue incertezze – prosegue Zaia – si completa pertanto un percorso progettuale che ora trova l’approvazione anche di uffici, come l’Anac, non certo abituati a fare sconti a nessuno”.
Di diverso parere le opposizioni. “Abbiamo assistito ai grandi elogi da parte di esponenti della maggioranza in Regione, per il raggiungimento del closing finanziario della Pedemontana Veneta – spiega il consigliere regionale dei Cinque Stelle Manuel Brusco – Io credo che ci sia ben poco da festeggiare”. Il consigliere regionale ricorda infatti come gli oneri finanziari siano pesantissimi, dal 5% all’8%, in particolare se confrontati ai tassi di mercato per opere analoghe: ad esempio il 2,115% del Passante di Mestre. “In secondo luogo quest’opera colpevolmente sovra-dimensionata, oltre a strozzare i cittadini – rivela Brusco – ha inesorabilmente violentato il territorio ed andrà a travasare una enorme quantità di denaro pubblico nelle tasche dei privati, peraltro stranieri. Sapete quanto ammonta il costo di costruzione di Pedemontana Veneta? 2,258 miliardi di euro. Sapete quanto pagheranno questa infrastruttura – invece – cittadini ed automobilisti? Almeno 13 miliardi, 23 milioni e 507 mila euro. E mancano nel computo molte opere complementari. Oltre 25 mila miliardi di lire. Tale importo è dato dalla somma di 614 milioni 910 mila euro, di contributo statale, 300 milioni di euro di contributo della Regione, tramite mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, 12 miliardi 108 milioni e 597 mila euro di canoni al concessionario fino al 2059. Dunque una domanda va fatta a Zaia, ma anche a Chisso e Galan – continua l’esponente del Movimento 5 Stelle – vorremmo sapere perché, per un’opera dal costo di poco superiore ai 2 miliardi, cittadini ed automobilisti ne dovranno pagare 11 in più. Continuando a realizzare opere pubbliche spendendo 5 o 6 volte il loro costo – si rammarica il consigliere – non dovremo sorprenderci se non resteranno più risorse per i servizi essenziali dello Stato come la scuola, la sanità, la sicurezza o la tutela del territorio”.
“Tutte queste criticità sono state riprese nella relazione prodotta da Anac e spedita alla Corte dei Conti – conclude Brusco – come Movimento 5 Stelle l’anno scorso ci eravamo recati tramite il nostro senatore Enrico Cappelletti all’Anac, accompagnati dai comitati del territorio che seguono la vicenda della superstrada pedemontana veneta. Ora esce questa relazione che denuncia tutto quanto era stato depositato a suo tempo e mettendo in risalto la responsabilità di chi ha voluto indebitare per decenni la nostra Regione per un’opera infrastrutturale che così come è stata portata avanti si appresta a diventare l’eterna incompiuta”.
“I nodi stanno venendo al pettine e a dirlo adesso non è l’opposizione, ma Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione” affermano Andrea Zanoni (Pd) e Cristina Guarda (Amp). “Adesso – continuano i consiglieri regionali – la palla passa alla Procura della Corte dei Conti di Roma che da due anni sta indagando e che entro fine dicembre dovrebbe esprimersi. Siamo soddisfatti perché finalmente verrà fatta piena luce su quanto sollecitiamo da tempo, non da ultimo in Commissione e Consiglio, nel marzo scorso”.