Ceod “in esilio”, firme ai mercatini per riportare i ragazzi con disabilità a Malo
Una petizione per riportare delle persone “speciali” in quella che loro stessi considerano la loro dimora speciale. Vale a dire a Malo, che fino alla scorsa primavera ospitava un Ceod – centro diurno per utenti con diverse disabilità – in un vetusto palazzo dell’800 (Villa Corielli), chiuso per inagibilità con conseguente trasferimento della struttura presso il seminterrato dell’ex ospedale De Lellis di Schio. Una soluzione d’urgenza che permise di non interrompere il servizio a favore dei circa venti ospiti, garantendone la sicurezza e inoltre il trasporto gratuito. Ma che, dopo sette mesi di sostanziale stallo, suscita perplessità e fa nascere un appello.
La campagna di sensibilizzazione si è tradotta nel concreto in raccolta di firme, promossa dall’associazione “Contro l’Esclusione – Gruppo di Malo”. L’obiettivo finale consiste nella realizzazione di un nuovo centro, con richiesta – carica di significati profondi espressi attraverso una manifesto simbolico – di riportarlo nella cittadina altovicentina. In tanti fra i residenti a spasso per Malo per il mercatino prenatalizio, nel corso del week end, si sono fermati a prendere informazioni ed esprimere solidarietà e sostegno ai volontari.
Risulta ormai chiaro a tutte le parti in causa, dall’amministrazione al servizio sanitario passando per il comitato e i dipendenti, che dopo circa 30 anni di attività l’edificio non può più ospitare il centro gestito dall’Ulss 7 Pedemontana. La villa sita in via Cardinal de Lai va ritenuta l’ex sede, del tutto inadeguata per il servizio di assistenza prima offerto in locali angusti e disagevoli, distribuiti su più piani, oltre che pericolosa in termini di sicurezza come dimostrato dalle perizie tecniche compiute in estate. La caduta di pezzi di intonaco e calcinacci dello scorso maggio aveva determinato l’evacuazione e l’esilio forzato a Schio, che da provvisorio assume col passare dei mesi una connotazione sempre più duratura.
“Già da anni si era accertata la necessità di un nuovo stabile più adatto alle esigenze dei ragazzi, e si era pure individuato il terreno e fatto il progetto” secondo quanto ci racconta una delle sostenitrici della petizione. Poi l’ipotesi sfumò, principalmente per l’assenza di acquirenti. Poi il silenzio. “L’emergenza è stata gestita in maniera ottimale dall’Ulss a suo tempo ma la necessità, ora, è l’individuazione di una nuova sede e da tempo ormai non riceviamo più informazioni in merito”.
Non che la soluzione nel seminterrato dell’ex ospedale presenti anomalie particolari, il punto dolente semmai è da individuarsi in termine di vivibilità e qualità della vita della ventina di utenti seguita dagli operatori: la mancanza di spazi verdi intorno, il mutare delle abitudini delle persone in cura, inserite nel tessuto sociale di Malo. Tanta nostalgia, insomma, suffragata da una simbolica “lettera a Babbo Natale” (vedi immagine in calce) scritta da terze mani interpretando liberamente i desideri degli ospiti del centro.
Anche il gruppo di tifosi biancorossi “Caneva Berica” si è affiancato a familiari e sostenitori dell’iniziativa, vista la loro vicinanza con il Ceod negli scorsi anni in vari momenti di festa e solidarietà.