Balsano lascia ortopedia a Santorso: sarà primario alla clinica ospedaliera di Verona
Che il primario di Ortopedia dell’ospedale di Santorso, Massimo Balsano, volesse da tempo passare al mondo universitario, fra gli addetti ai lavori si sapeva da anni. Che l’Ulss 7 si lasciasse scappare un luminare internazionale degli interventi alla colonna vertebrale, non può però passare inosservato.
La notizia che Balsano, dirigente di unità complessa, aveva deciso di andarsene si era diffusa ancora nel febbraio scorso, ad un incontro pubblico a Schio e a farsene portatore fu il consigliere comunale di minoranza di TessiAmo Schio, Carlo Cunegato. In quella occasione l’Ulss stessa mandò poi un comunicato nel quale il primario stesso confermava di essere in forza al nosocomio dell’Alto Vicentino fino al 2020. In realtà Balsano stava già partecipando al bando per un incarico di Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia alla clinica ospedaliera di Verona, insieme ad altri tre primari. Un concorso che era in itinere e che si è concluso il 3 novembre scorso con il conferimento dell’incarico. Balsano prenderà il suo posto a Verona, quindi, a metà gennaio.
Le competenze dello specialista sono conosciute, tanto che il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ ospedale dell’Alto Vicentino da lui diretto è Centro regionale di riferimento per la chirurgia vertebrale sin dal 2005 (all’epoca il riferimento era il reparto di Thiene), quando l’ospedale unico era di là da venire.
“Un anno fa, quando cominciò il percorso che sta portando alla incorporazione della nostra Ulss a quella di Bassano – afferma Carlo Cunegato di TessiAmo Schio – io manifestai le mie preoccupazioni. Fui trattato da superficiale. Dissi che il primario di ortopedia, il luminare della schiena dottor Balsano, se ne sarebbe andato. Orsi disse che erano balle, che non era vero. Il dottor Balsano invece se n’è andato”. Una scelta di avanzamento professionale, non c’è dubbio, ma che va ad aggiungersi alle preoccupazioni dei sindaci per una serie di primariati i cui titolari sono prossimi alla pensione e che non si sa se e come saranno sostituiti.
Per Robertino Cappozzo, presidente del Comitato dei sindaci del Distretto Socio Sanitario 2 (che corrisponde all’ex conferenza dei sindaci dell’Ulss 4), nel pubblico il rischio che un primario o un medico vada altrove per far carriera è sempre presente. “Per noi non è ottimale ma è il mercato – sottolinea – è chiaro che gli utenti ci rimettono e infatti specie per ortopedia c’è una grande fenomeno di migrazione presso altri ospedali perché si segue lo specialista. Il nostro compito è cercare di arginare queste migrazioni facendo arrivare professionisti qualificati. In questo momento non sono chiari i tempi necessari per la sostituzione, perché serve l’autorizzazione della Regione e poi ci sono i tempi del concorso pubblico. Le tempistiche sono l’aspetto che ci preoccupa di più. E’ un tema che non riguarda solo i primari, ma anche e soprattutto il turn over in corsia, anche per maternità. Alla fine si è sempre in una situazione di emergenza e non è facile spiegarlo all’utente che chiede il rispetto dei suoi diritti”.