La nonna non cade nel tranello: “Suo nipote ha causato un incidente, venga in Questura”.
“Suo nipote ha provocato un incidente e per colpa sua una persona è finita in coma, venga in Questura”. Questo il contenuto iniziale di una conversazione avvenuta tra un misterioso interlocutore e una signora di età avanzata, residente a Thiene. Ma la premurosa nonna, per quanto in apprensione, non ci casca e sfugge al pericolo di una possibile rapina in casa.
In gergo si può definire “esca” quella alla quale la pensionata thienese non ha abboccato, mantenendo la lucidità nonostante la comprensibile preoccupazione per la notizia ricevuta. Che da una parte rassicurava la parente sulle condizioni di salute del giovane, ma che dall’altra intimava all’anziana di recarsi subito a Vicenza per “impedire che suo nipote passi dei guai e finisca in galera”. Questo secondo il racconto di un’altra nipote della malcapitata protagonista della vicenda, una studentessa universitaria che ha voluto rendere pubblico il tentativo di raggiro nei confronti dell’amata nonna, mettendo in guardia possibili vittime della zona in ragione dell’età avanzata, attraverso una sorta di appello nel web comparso nei giorni scorsi ed approfondito dalla nostra redazione.
“Inizialmente si era fatta prendere dal panico – spiega la ragazza – ma poi ha capito che si trattava di qualcosa di poco chiaro e ha riattaccato. Poi ha contattato un nostro familiare che a sua volta si è rivolto ai carabinieri di Schio. Ci hanno spiegato che probabilmente si è trattato di un maldestro tentativo di farla uscire di casa, a decine di chilometri di distanza, per svaligiarla in sua assenza”. Tutto falso, insomma, e pericolo scampato. Anche se rimane l’amara constatazione, ben nota alle forze di polizia locali, della presenza di bande di criminali dediti a “puntare” una fascia fra le più deboli della popolazione.
La scorsa estate si registrò un episodio analogo per dinamiche, prese di mira ancora le donne più anziane, spesso oltre la soglia degli ottant’anni. La volontà di informare più cittadini possibili di questo modus operandi nasce anche da un precedente in famiglia. “Circa sei mesi fa si è presentato un uomo con una finta uniforme, spacciandosi per carabiniere, nell’abitazione degli altri miei nonni – continua la giovane laureanda -. Un secondo personaggio invece era rimasto in auto. Voleva entrare in casa per verificare che non ci fossero stati dei furti, chiedendo i documenti dal portafoglio. Fortunatamente era presente la badante e noi abitiamo lì vicino, ci ha chiamato e appena siamo arrivati l’affollamento di persone lo ha spinto ad allontanarsi subito salendo in macchina e scappando”. Anche questo episodio fu segnalato ai militari e non vi furono conseguenze, ma l’allerta rimane alta tra le famiglie di Thiene e limitrofi