Chernobyl torna a fare paura. A 35 anni dal disastro nucleare, il reattore 4 si è ‘risvegliato’
Insomma l’alone di mistero continua ad aleggiare sul sito nucleare. “E’ come la brace in un barbecue”, spiega Neil Hyatt, chimico dei materiali nucleari presso l’Università di Sheffield, nell’articolo pubblicato da Science, mentre mentre Maxim Saveliev, dell’Istituto ucraino per la sicurezza nucleare, spiega che il rischio di un incidente c’è, anche se non di portata simile a quello dell’86: “ci vorranno anni per capire come intervenire”. Ora, gli scienziati ucraini si stanno adoperando per determinare se le reazioni si spegneranno da sole o richiederanno interventi straordinari per evitare un altro incidente.
L’eventuale nuova esplosione dovrebbe infatti essere contenuta dal “New Safe Confinement”, cioè il sarcofago del 2016, costruito per contenere le scorie. Tuttavia l’esplosione comporterebbe certamente lo spargimento di polveri radioattive all’interno della struttura, che complicherebbe il processo di smantellamento della centrale, in atto da tempo.
Il disastro di Chernobyl oltre alla gravità del fatto in sé, colpisce per la serie di insabbiamenti ed omissioni attuati dall’ex URSS, per non rovinare la sua immagine di super-potenza. Quel terribile 16 aprile 1986, alle ore 01:23:46 l’esplosione del reattore fu udito, ma non capito dai cittadini. Nessuno poteva immaginare quanto terribili sarebbero state le conseguenze, nelle ore, nei mesi e negli anni a venire.
L’esplosione del reattore 4, uccise due addetti della centrale, mentre un terzo morì di trombosi coronarica. Tra il personale e i primi soccorritori, 134 persone furono ricoverate per gli effetti delle radiazioni; 28 morirono nelle prime settimane, altri 19 negli anni successivi. Tra i civili, più di 4mila persone, in gran parte bambini e adolescenti, hanno contratto un cancro alla tiroide, che ha causato 15 vittime. Nel complesso, le morti accertate del disastro di Chernobyl sono dunque 65, ma la sorveglianza epidemiologica si è fermata al 2002, senza valutare gli effetti a lungo termine, con le persone che continuano ad ammalarsi di tumori e leucemie.