Covid, oggi la cabina di regia decide su coprifuoco e nuove riaperture
Innanzitutto il coprifuoco, ma anche le riaperture e la ricalibratura dei parametri che definiscono i colori delle Regioni. Sono ore decisive nel governo pronto a rivedere road map della ripartenza fissata nel precedente decreto Covid alla luce del buon andamento della curva epidemiologica che, almeno per ora, non sembra aver risentito dell’allentamento scattato il 26 aprile. Anzi. Ieri si sono registrati meno di 6mila casi (5.753 in 24 ore) in Italia. E per la prima volta da ottobre meno di 100 decessi, 93 per la precisione.
Sul tavolo della cabina di regia, in programma oggi, prima di tutto l’orario del coprifuoco, su cui la maggioranza sembra aver trovato un’intesa di massima. La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha fatto sapere che “sarà spostato almeno alle 23″. Una sorta di compromesso tra lo stato attuale e le richieste del centrodestra, che lo vorrebbe veder slittare a mezzanotte, se non completamente abolito. Ma il ministro della Salute Roberto Speranza e il premier Mario Draghi continuano a ribadire il principio di prudenza e gradualità, onde evitare di innescare false ripartenze e dover fare passi indietro sulle riaperture.
Per quanto riguarda le riaperture, queste potrebbero subire delle variazioni in anticipo rispetto al cronoprogramma inizialmente stabilito dall’esecutivo. Anche in questo caso il centrodestra chiede che ristoranti e bar possano riaprire anche le sale al chiuso già dal 24 maggio, invece che dal 1 giugno. Altro nodo da sciogliere è quello della riapertura nel weekend dei centri commerciali, attualmente chiusi nei giorni festivi e prefestivi. In tal senso, si ipotizza che possano riaprire già da questo fine settimana (22-23 maggio). Da risolvere, poi, la questione dei matrimoni. O meglio: dei banchetti delle cerimonie. Al momento la data più probabile per la ripartenza è quella del 15 giugno.
Previsto oggi anche un vertice tra Regioni, Iss e ministero della Salute in cui dovrebbe arrivare l’ok ai nuovi parametri per l’attribuzione dei colori, che dovrebbero passare da 21 a circa una decina. Resterà l’indice Rt calcolato sui casi sintomatici, ma non sarà più alla base del meccanismo automatico che fa scattare il cambio di fascia di rischio. A determinare i colori delle regioni dovrebbero essere l’incidenza dei casi su 100mila abitanti e la pressione sui reparti covid e le terapie intensive, ossia l’Rt ospedaliero.