Prosegue senza sosta il conflitto in Medio Oriente. Fallimento della diplomazia
Prosegue senza sosta il conflitto in Medio Oriente. L’esercito israeliano ha colpito nella notte 15 chilometri della rete dei tunnel di Hamas nel nord della Striscia di Gaza. Secondo Al Jazeera ci sono stati almeno 50 raid aerei israeliani in appena 30 minuti. Secondo i media arabi, i raid israeliani hanno preso di mira il quartier generale del governo, tra cui il compound Ansar, che ospita il servizio di sicurezza interna.
Gaza City è stata colpita ripetutamente, dopo l’annuncio del primo ministro Benjmanin Netanyahu sul proseguimento dell’operazione militare. Danni pesanti sono stati apportati alla rete elettrica della città, mentre sono state centrate le case di nove comandanti di Hamas lungo la Striscia. L’esercito israeliano ha colpito nella notte 15 chilometri della rete dei tunnel, di Hamas nel nord di Gaza. In particolare, sarebbero stati centrati i passaggi tra i vari tunnel, definiti la ‘Linea C’ della rete.
Il direttore dell’Associated Press ha chiesto un’indagine indipendente sull’attacco aereo israeliano che ha distrutto l’edificio di Gaza City che ospitava l’AP, l’emittente Al-Jazeera e altri media, con la motivazione che il pubblico merita di conoscere i fatti. Ne dà notizia la stessa Ap. Anche Reporter senza frontiere, ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sul bombardamento e il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha chiesto a Israele di precisare la “giustificazione” dell’attacco.
L’Europa in questo frangente non si sta mostrando all’altezza. La cancelliera Angela Merkel ha sentito al telefono il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ha assicurato la “solidarietà del governo federale” a Israele riguardo all’attuale conflitto nella regione, ma ha anche espresso la speranza della fine dei conflitti “il prima possibile, a fronte della perdita di molti civili da entrambe le parti”. Infine la Merkel ha ricordato che il governo “prenderà ulteriori decisioni contro le proteste in Germania che diffondono odio e antisemitismo”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha invece incontrato l’omologo iraniano Javad Zarif in occasione della sua visita in Italia esprimendo tutta la sua apprensione. “Siamo preoccupati per gli scontri e le violenze in Medio Oriente”, ha detto Di Maio, aggiungendo che “vanno fermati i lanci di razzi”, perché “sono inaccettabili: è doveroso adottare immediate misure di de-escalation e mostrare responsabilità”.
Intanto Abu Mazen ha ricevuto a Ramallah, in Cisgiordania, l’inviato del dipartimento di Stato americano, Hadi Amr. Nell’incontro il presidente palestinese ha chiesto all’amministrazione Biden “di intervenire per mettere fine alle aggressioni d’Israele contro il popolo palestinese e di avviare sforzi per raggiungere una soluzione politica basata sulla legittimità internazionale”. L’inviato ha concordato che occorre fermare l’escalation e riportare la calma.
Il presidente turco Erdogan ha invece avuto una telefonata con Papa Francesco. Secondo la Presidenza di Ankara, Erdogan avrebbe sollecitato un impegno comune di “musulmani, cristiani e dell’umanità intera” per fermare il “massacro” in atto contro i palestinesi.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha ribadito che l’intensificarsi dei combattimenti potrebbe far precipitare la regione in una “crisi incontenibile” ed ha implorato la fine immediata di una violenza “assolutamente spaventosa”. L’Onu ha anche avvertito della carenza di carburante a Gaza, che potrebbe portare a una perdita di operatività da parte di ospedali e di altre strutture essenziali. Lynn Hastings, vice coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, ha lanciato un appello alle autorità israeliane per consentire all’Onu la consegna di carburante e rifornimenti.