Il Torino pareggia contro la Lazio ed è salvo. Con Parma e Crotone retrocede il Benevento
Lotta salvezza: il verdetto arriva a pochi giorni dall’ultimo turno di campionato. Missione compiuta per il Torino. I granata pareggiano 0-0 all’Olimpico di Roma contro la Lazio e conquistano aritmeticamente e con grande sofferenza la permanenza nel massimo campionato di calcio. Al Toro serviva un punto per garantirsi la salvezza e la squadra di Davide Nicola se lo è preso nel recupero della 25° giornata di Serie A. Dunque, con Parma e Crotone, retrocede il Benevento.
La partita. Nonostante il risultato a reti bianche non sono mancate le emozioni. Nel primo tempo l’arbitro Fabbri ha annullato un gol di Ciro Immobile per un precedente fallo su Nkoulou: decisione giusta. Nella ripresa, invece, dopo un palo del Toro colpito da Sanabria, grande sofferenza per gli ospiti.
All’83’ il direttore di gara assegna un rigore ai biancocelesti, stavolta per un fallo di Nkoulu su Immobile. Ma l’attaccante, dal dischetto colpisce il palo. E al 6° minuto di recupero, altro clamoroso legno colpito dalla Lazio con Lazzari.
Urbano Cairo, dalla grande paura alla festa. Gli stessi sentimenti che hanno accompagnato calciatori, allenatore e tifosi granata nella sfida contro una Lazio che dopo aver perso il derby con la Roma non aveva più niente da chiedere al campionato: fuori dalla corsa Champions e sicura del sesto posto che vale l’Europa League.
Questa salvezza giunta solo alla penultima curva, deve far riflettere seriamente la dirigenza del Toro. Un club così glorioso merita molto ma molto di più. E fino a oggi gli errori commessi da Cairo sono stati tanti, troppi. Per sua fortuna, non li ha pagati con la B.
La retrocessione del Benevento: un crollo inspiegabile quello dei sanniti. Dopo un’ottima partenza di campionato e un buon girone di andata fatto di 22 punti, la squadra allenata da Pippo Inzaghi è clamorosamente crollata nel girone di ritorno: soltanto 10 punti in 18 gare. E come nel caso di Cairo, una tirata d’orecchie la meritano anche i dirigenti delle “Streghe”.
A partire dal presidente Oreste Vigorito, che nonostante i grandi investimenti fatti, non è stato in grado di dare una scossa all’ambiente quando serviva. L’inadeguato Inzaghi andava esonerato a metà del girone di ritorno, se non prima. Il patron e gli altri non si sono accorti, oppure hanno fatto finta di non accorgersi, che il tecnico non aveva più il controllo di uno spogliatoio spaccato e intriso di faide interne.