Calcio, finisce l’era Conte all’Inter: non ha accettato il ridimensionamento del club
Domenica scorsa, al termine del campionato, scrivemmo che dopo le reiterate feste scudetto, in casa Inter tanti nodi stavano per venire al pettine alla luce delle gravi difficoltà finanziarie del club già palesate nel corso della stagione. Prima conseguenza: l’addio di Antonio Conte. Le parti hanno trovato l’intesa per una risoluzione consensuale del contratto del tecnico salentino. Nè esonero, nè dimissioni ma una separazione agevolata da una buonuscita di 7,5 milioni di euro per l’allenatore che ha riportato il tricolore sulla sponda nerazzurra del Naviglio dopo 11 anni.
Adesso vedremo se Conte si prenderà un anno sabbatico oppure si accaserà altrove. Si vocifera di un contatto con il Real Madrid; qualche anno fa sembrava fatta con le “Merengues” poi i senatori della squadra e molti soci del club si opposero alla scelta fatta da Florentino Perez e non se ne fece più nulla. Il Real non ha mai amato allenatori che praticano il calcio all’italiana. Fabio Capello fu cacciato per questo motivo dopo aver vinto la Liga. Sul taccuino del Madrid c’è anche Max Allegri, anche se per lui si profila un clamoroso ritorno alla Juventus, soprattutto dopo il divorzio tra i bianconeri e il responsabile dell’area tecnica Fabio Paratici che nel 2019 fu tra i protagonisti della cacciata di Allegri.
Il comunicato ufficiale dell’Inter. Nella nota si legge: “FC Internazionale Milano comunica di aver trovato l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’allenatore Antonio Conte. Tutto il Club desidera ringraziare Antonio per lo straordinario lavoro svolto, culminato con la conquista del diciannovesimo scudetto. Antonio Conte rimarrà per sempre nella storia del nostro Club”. Ricordiamo che il tecnico, per l’ultimo anno di contratto (nel 2019 firmò un triennale), avrebbe dovuto incassare 13,5 milioni netti, circa 24 lordi a carico dell’Inter. La buonuscita dunque è pari alla metà degli emolumenti previsti. Da capire chi sarà il sostituto di Conte.
La situazione generale. A questo punto è da capire anche se i problemi economici sono una conseguenza degli input di Pechino nei confronti della proprietà cinese interista, o se riguardano direttamente il gruppo Suning. Sta di fatto che i 275 milioni prestati all’Inter dal fondo americano Oaktree per far fronte ai problemi di bilancio, dovranno essere restituiti con gli interessi. E se Suning non dovesse essere in grado di restituirli, lo stesso fondo si rifarebbe diventando socio di maggioranza del club meneghino. Praticamente, si ripeterebbe quanto accaduto al Milan con il cinese Li Yonghong e il fondo Elliott.
Ridimensionamento in vista per i campioni d’Italia. Prossimi passi obbligati: taglio del monte ingaggi e cessione di alcuni calciatori decisivi per la cavalcata tricolore. Ecco perchè Conte se ne è andato: non ha accettato di difendere il titolo e affrontare la nuova avventura in Champions League con una rosa di gran lunga ridimensionata. L’ex c.t. azzurro d’altronde aveva lasciato intendere quale scelta avrebbe fatto, non presentandosi più in conferenza stampa dopo aver vinto aritmeticamente il titolo; per evitare domande scomode sul suo futuro, negli ultimi turni di campionato ha preferito far parlare il suo vice Cristian Stellini.
Considerazioni finali. Antonio Conte è stato il grande artefice dello scudetto: un uomo solo al comando alla luce dei tanti problemi societari. Il tecnico è stato bravo a compattare il gruppo facendolo concentrare solo sull’obiettivo finale, senza pensare ai numerosi ritardi nel pagamento degli stipendi. Una grave mancanza sulla quale le istituzioni calcistiche italiane hanno chiuso un occhio concedendo deroghe su deroghe al regolamento. In passato, club meno prestigiosi dell’Inter, hanno subito penalizzazioni pesanti in classifica per violazioni di questo genere. Insomma, siamo alle solite: figli e figliastri all’italiana. Il calcio si conferma un mondo a parte, fa e disfa a proprio piacimento.