Ulss 7, il decisionista Bramezza sfida i sindaci: “Basta dibattiti sulla sede degli uffici”
Sono due i motivi alla base della scelta della direzione dell’Ulss 7 Pedemontana di spostare gli uffici amministrativi da Bassano e Thiene a Marostica: liberare spazi per nuove sale operatorie al San Bassiano e organizzare meglio il Dipartimento di Prevenzione.
A spiegarlo oggi in una nota è direttamente il direttore generale Carlo Bramezza che – incautamente – aveva illustrato la sua idea di riorganizzazione logistica dell’azienda socio sanitaria a un quotidiano locale prima di parlarne con i sindaci del territorio. Tanto che quelli del Distretto 2 Alto Vicentino così come la sindaca di Bassano Elena Pavan avevano sollevato parecchie perplessità.
L’ipotesi di accorpamento degli uffici amministrativi nella sede di Marostica, spiega oggi Bramezza “risponde a due ordini di ragioni: la prima è consentire la creazione di nuove sale operatorie all’ospedale di Bassano, dove abbiamo eccellenti specialisti e dotazioni all’avanguardia, ma spazi non più sufficienti per rispondere a volumi di attività che sono cresciuti nel corso degli anni. Il trasferimento del personale amministrativo ci consentirebbe di innescare una serie di spostamenti interni grazie ai quali potremmo creare fino a quattro sale operatorie in più. Voglio ricordare che ogni sala operatoria può ospitare in media 700 interventi l’anno: potenzialmente significherebbe 2.800 operazioni in più ogni anno, con una riduzione importante dei tempi di attesa e altrettanti pazienti operati prima. Si capisce facilmente che questo progetto è assolutamente nell’interesse dei cittadini. Così come è nell’interesse di tutta la comunità poter disporre di un Dipartimento di Prevenzione meglio organizzato”.
“Ora infatti – sottolinea il dg della sanità della Pedemontana – è sacrificato in spazi ridotti e dispersivi, eppure questo Dipartimento svolge un’attività estremamente importante e articolata su tanti fronti: dall’organizzazione delle campagne di vaccinazione all’organizzazione degli screening oncologici, dalla sorveglianza epidemiologica ai vari programmi di prevenzione, senza dimenticare naturalmente lo Spisal, i controlli sulle attività di vendita e somministrazione di prodotti alimentari, oltre all’enorme lavoro che si sta facendo in questa fase per la gestione della pandemia e della campagna di vaccinazione anti-Covid”.
Coerente con la sua indole decisionista, Bramezza ritiene inoltre vi sia anche la necessità di rivedere tutta l’organizzazione e logistica della medicina del territorio, per la necessaria evoluzione che questa avrà nei prossimi anni: “Penso in particolare – spiega – alle pessime condizioni dell’attuale Distretto di Bassano e a come recuperare al meglio le ex sedi ospedaliere di Schio, Thiene e Marostica, sempre in un’ottica di implementazione dei servizi socio-sanitari per i cittadini”.
Infine, anche per quanto concerne il lavoro degli uffici amministrativi, il fatto che essi siano divisi a metà su sedi diverse e lontane comporta per la direzione Ulss 7 “inevitabili inefficienze, dispersioni di tempo e sprechi che non ci possiamo più permettere”. E qui arriva la stoccata di Bramezza ai primi cittadini: “Consigli, ipotesi di soluzioni di questi problemi ben vengano dai sindaci: mi auguro però che non si apra l’ennesimo dibattito che non porta a nessuna soluzione ma solo a non decidere mai nulla. I cittadini della nostra azienda non ce lo permetterebbero più”. D’altronde, con i rappresentanti dei Comuni, Bramezza è stato in questi mesi fin troppo chiaro: voi occupatevi del sociale, che della sanità per legge mi occupo io.