Fuga di medici dall’ospedale di Santorso: il saldo in due anni segna -26
Nel 2019 sono stati 34 medici hanno smesso di lavorare all’ospedale Alto Vicentino di Santorso, a fronte di 20 assunzioni, con una perdita quindi di 14 professionisti. L’anno successivo, il 2020, vi sono state altre 32 uscite e solo 20 assunzioni, con un ulteriore bilancio negativo, quindi, di 12 professionisti.
I numeri sono emersi lunedì scorso nell’ultimo consiglio comunale di Schio, in risposta ad una interrogazione di Coalizione Civica. “In due anni l’ospedale va avanti con 26 medici in meno – spiegano in una nota Carlo Cunegato e Giorgio De Zen – e mancano i dati del 2021, che, viste le delibere da poco pubblicate dall’Ulss, sono ulteriormente drammatici”.
L’interrogazione di Coalizione Civica ad Orsi partiva dai dati di uno studio di Anao Assomed che ricordava come nel 2019 quasi il 6% dei medici ospedalieri in Veneto avesse lasciato la sanità pubblica prima della pensione, abbiamo chiesto il dato del 2020. “Non abbiamo ottenuto risposta – spiega Coalizione Civica – e non sappiamo nemmeno quanti siano stati in percentuale i medici a lasciare l’ospedale di Santorso. Tuttavia, abbiamo ottenuto dei dati, che confermano le preoccupazioni che manifestiamo da anni. Il quadro segnala una tendenza drammatica. Se non si pone un freno a questo esodo, tra qualche anno non avremo più una sanità pubblica nell’Altovicentino”.
“Da questi numeri – aggiungono De Zen e Cunegato – emerge un’altra considerazione: a differenza di quanto afferma la Lega il problema non è dato dalla mancanza di medici, ma dal fatto che i medici fuggono. In particolare è evidente la dipartita di questi professionisti dall’ospedale del nostro territorio. Pensate che nel 2019, per quanto riguarda le 34 cessazioni, solo 2 sono dovute a pensionamenti. Perché se ne vanno tutti? Anche nel 2020, rispetto alle 32 cessazioni solo 6 sono pensionamenti. Una vera e propria emorragia”.
A preoccupare i due consiglieri comunali di minoranza sono in particolare i dati di alcuni reparti: in anestesia e rianimazione in due anni ci son state otto cessazioni e solo due arrivi (-6); in cardiologia sei cessazioni e due arrivi (-4); in ortopedia otto cessazioni e tre arrivi (-5); in pediatria tre cessazioni, nessuna per pensionamento e un arrivo (-2); in radiologia cinque cessazioni (nessuna per pensionamento) e 0 arrivi (-5). “In questi giorni – scrivono i due esponenti di coalizione civica – abbiamo parlato con un medico che aveva una voce tra il triste e l’indignato. Diceva che a Santorso c’è un senso di desolazione e sconforto. Diceva che stanno distruggendo tutto, che la sanità pubblica non può essere ridotta così. Quando chi governa la sanità regionale darà un segnale forte? Dobbiamo assistere a questo sfacelo ancora per quanto? Appena la pandemia lo permetterà, non ci resta che ritornare in piazza”.
Intanto, anche un esponente della Lega scledense, Ilenia Tisato (capogruppo in consiglio comunale), nei giorni scorsi è intervenuta con una intervista al Giornale di Vicenza indicando quali secondo lei sono i minimi «non negoziabili» dell’operatività dell’ospedale di Santorso (“garantire il servizio 118, l’emodinamica per l’infarto acuto h24 e la stroke unit neurologica per l’ictus h24) e per sollevare alcune critiche ai progetti annunciati dall’Ulss 7, in particolare quella di spostare gli uffici amministrativi dal San Bassiano per aumentare le sale operatorie.
Sempre dalle opposizioni scledensi, il capogruppo in Consiglio comunale di SchioCittà Capoluogo Alex Cioni ha scritto nelle scorse settimane direttamente alla segreteria dell’assessorato regionale alla Sanità chiedendo copia di alcune dati che interessano l’Ulss 7 Pedemontana al fine “di avere gli strumenti necessari per delineare un quadro completo e oggettivo sullo stato di salute del presidio sanitario dell’alto vicentino bersagliato da polemiche politiche non sempre infondate”. Al momento Cioni fa sapere di non aver ricevuto ancora alcuna risposta ma rimane fiducioso che in tempi rapidi la segreteria dell’assessore al Sociale Lanzarin “mi invierà quanto richiesto“. Nella fattispecie il consigliere ha richiesto gli indicatori aggiornati di produttività delle singole unità ospedaliere dell’Ulss 7 Pedemontana con il relativo numero di dipendenti ospedalieri (come medici, oss, infermieri, personale tecnico) suddivisi per ciascuna delle due sedi ospedaliere (Santorso-Bassano) dal 2015 ad oggi.