In Cornovaglia, entra nel vivo il G7: preannunciato un piano globale contro le pandemie
In Cornovaglia entra nel vivo il G7, primo importante vertice mondiale in presenza dopo la pandemia di coronavirus. “È meraviglioso vedere tutti di persona”, ha detto Boris Johnson aprendo i lavori ” dobbiamo assicurarci di aver imparato la lezione della pandemia, per non ripetere gli stessi errori”, quindi ha esortato il consenso di tutti per “ricostruire in maniera più verde, più giusta, più eguale, più gender neutral e perché no, più femminile”.
La prima sessione è stata introdotta dal premier Mario Draghi. “La crescita economica – ha detto – è oggi il modo migliore per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici. Draghi ha poi aggiunto che “è necessario mantenere un quadro di politica di bilancio prudente nel lungo periodo, per rassicurare gli investitori ed evitare politiche restrittive da parte delle banche centrali”.
Il nostro presidente del Consiglio ha poi rimarcato la necessità di gestire questa fase di ripresa in maniera diversa: “in passato, in occasione delle altre crisi, nei nostri Paesi ci siamo dimenticati della coesione sociale”. Draghi ha quindi ribadito il “dovere morale” di agire diversamente. Il premier ha enfatizzato l’importanza delle politiche attive del lavoro per aiutare i più deboli, soprattutto le donne e i giovani.
Anticipato inoltre, l’annuncio stasera di un piano globale di contrasto coordinato delle prossime pandemie che prevede fra l’altro la riduzione da 300 a 100 giorni dei tempi per la ricerca e lo sviluppo di un vaccino.
Tuttavia il G7 non si apre nel segno della distensione, visti i nodi ancora da sciogliere sull’Irlanda del Nord. L’accordo-non accordo sulla Brexit è diventato fonte di forti tensioni fra Londra e Bruxelles, con all’orizzonte la minaccia di una guerra commerciale a colpi di sanzioni reciproche. Prima dell’inizio del G7 Merkel, Macron, Draghi, Von der Leyen e Michel hanno travato un punto d’incontro sul fatto che gli accordi sull’Irlanda vanno applicati senza condizioni.
Lo scontro Londra-Ue è un grattacapo anche per Joe Biden, che nel Regno Unito, identifica uno dei suoi ‘storici’ alleati. Le tensioni rischiano di minare i suoi programmi di ricostruzione di quei ponti con l’Europa che il suo predecessore Donald Trump ha in parte lesionato. A questo si aggiungono le pericolose frizioni tra le due sponde dell’Atlantico, con la Cina al centro delle principali preoccupazioni dell’amministrazione Biden, seguita dalla situazione in Russia, con la questione dei diritti umani sempre più a rischio e con la ferita Crimea che ancora non si è del tutto rimarginata.