Imprenditore italoargentino freddato a colpi di pistola. Sgomento in vallata
La notizia della morte cruenta di un imprenditore di origini italiane e in particolare della vallata dell’Agno è giunta in Italia dal Sudamerica nel corso del week end, ripresa dai media dell’Argentina. A cadere vittima di un probabile agguato a scopo di rapina, ucciso da un colpo di pistola alla testa, è stato Josè “Giuseppe” Angel Visonà, il cui cognome rivela le chiare origini vicentine.
Imprenditore affermato, viveva nella capitale Buenos Aires e aveva 69 anni. Funerale e tumulazione in cimitero si sarebbero già celebrati sabato, dopo l’episodio cruento che gli è costato la vita 5 giorni fa. Lo riporta, tra le altre testate locali, anche il Clarìn.
Nato in Argentina da genitori vicentini, era sposato e padre di tre figli: portano tutti nomi italiani. Spesso negli anni aveva preso voli intercontinentali verso l’Italia e in particolare nella vallata dell’Ovest Vicentino, terra dei suoi genitori emigranti, per trovare i parenti e conoscere le proprie origini. Parenti da qualche giorno attoniti alla notizia della tragica fine capitata a Visonà, rivelata da più giornali in lingua spagnola. La pandemia, come facile intuire, lo aveva tenuto lontano dal Veneto negli ultimi due anni.
Di professione imprenditore, era da poco andato in pensione dopo aver assunto un ruolo dirigenziale in un’azienda di prodotti antincendio. Secondo le indagini riportate sulla stampa argentina, che sta seguendo passo passo il “giallo” della sua uccisione, il movente dell’omicidio risiederebbe in una rapina finita male. Fermati due giovani del posto, di 19 e 24 anni, che avrebbero sparato dopo aver minacciato la vittima che si era opposta al furto del suo pick-up, una Fiat Toro, auto del mercato sudamericano. Il 69enne stava attendendo la moglie all’esterno, mentre era impegnate in alcune commissioni.
I due sono poi fuggiti a bordo di una motocicletta, ora sequestrata dopo il loro arresto avvenuto il giorno seguente alla drammatica sequenza dei fatti, avvenuti nel quartiere di Villa Ballester. Una Yamaha di colore blu riconosciuta dagli inquirenti locali come quella utilizzata nella fuga, poi nascosta in una garage. Si tratta di pregiudicati della capitale Buenos Aires, delinquenti noti già implicati in vicende di droga e porto d’armi sebbene siano di giovane età (19 e 24 anni).
Parte della scena seguente allo sparo letale sarebbe stata ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza pubblica, con dei fotogrammi resi noti alla stampa riguardo la fuga della motocicletta, essenziali per risalire all’identità della coppia di assassini. Fermati poi 24 ore dopo a bordo di un’utilitaria e messi in manette. Proiettili dello stesso calibro di quello mortale sarebbero poi stati ritrovati nel covo dei due arrestati.