Un magazzino 4.0 per il Gran Moravia. Brazzale: “Liberi di fare ogni cosa dove riesce meglio”

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Un magazzino per la stagionatura del formaggio all’uscita dalla valle dell’Astico, completamente robotizzato. E’ la nuova sfida, da oltre 20 milioni di euro, del Gruppo
Brazzale, che intende così centralizzare e rendere più performante la stagionatura del suo Gran Moravia, che poi viene confezionato nello stabilimento di Zanè.

Il nuovo magazzino Sant’Agata a Cogollo del Cengio sorge infatti a soli 8 chilometri dalla sede centrale dell’azienda ed è totalmente autosufficiente perché alimentata solo da pannelli solari: nei suoi 8mila metri quadrati coperti potrà contenere fino a 250mila forme, interamente gestite grazie all’intelligenza artificiale, cosa che ha permesso di rendere più efficienti gli spazi e di avere un controllo totale delle condizioni di ogni singola operazione.

Realizzato partendo da un fabbricato industriale di 5 mila metri quadrati di un’azienda meccanica chiusa dopo la grande crisi del 2008, vi è stato aggiunto un volume di altri tremila, consentendo di alloggiare i robot e le linee di balia del prodotto, senza consumo ulteriore di territorio. Al suo interno ospita un sistema integrato di navette e robot antropomorfi che si prendono cura di 250mila forme di Gran Moravia, in stagionatura nei suoi oltre 8mila metri quadrati coperti. Tra i plus della nuova struttura c’è anche la totale autosufficienza energetica, ottenuta grazie ai pannelli fotovoltaici sulla copertura del magazzino.


La rivoluzione dell’impianto è duplice e radicale: da un lato si ottiene l’eliminazione delle tare costituite dai corridoi, che nei magazzini di precedente generazione rappresentano circa il 50% dell’intero deposito (il risultato è la massima stabilizzazione di temperatura ed umidità, a beneficio del naturale e complesso processo di stagionatura e con una forte riduzione di consumi energetici ed edificazioni), dall’altro la stagionatura conta sulla precisione certosina affidata alle navette ed agli antropomorfi, che si occupano di tutte le operazioni di carico e scarico, spazzolatura e rivoltatura delle forme. Il tutto controllato da un sistema informatico centrale.

La localizzazione – a detta del presidente del gruppo, Roberto Brazzale, permetterà poi di contare su condizioni climatiche e logistiche ideali: ubicato allo sbocco della Valdastico, si trova infatti ai piedi dell’Altopiano di Asiago, a circa 300 metri di altitudine, in una posizione che garantisce (almeno finché non sarà realizzata l’autostrada Valdastico Nord) l’ottimale ventilazione e la purezza dell’aria, proveniente dalle montagne che circondano la struttura, preziose nella lunga stagionatura. L’aria esterna, infatti, è quella pura e asciutta della Val d’Astico, più mite in inverno e più fresca d’estate, grazie alla brezza montanina. L’aerazione sarà diffusa in modo omogeneo e dolce grazie a 140 chilometri di canalizzazioni capillari, che portano a ciascun posto forma l’aria presa dall’esterno, con un ricambio completo ogni 2 ore e con umidità e temperature costanti.

La struttura, grazie alla sua capacità di stoccaggio, con posti per oltre 250mila forme di Gran Moravia, rende obsoleti i 15 vecchi depositi periferici finora utilizzati dall’azienda per la stagionatura del formaggio nel nord Italia. “È il più grande magazzino di questo tipo oggi esistente – precisa un vulcanico Roberto Brazzale. “L’intelligenza artificiale in realtà non esiste, esiste solo quella umana, e questo impianto ne è un mirabile esempio, un’autentica meraviglia. A renderla possibile sono state le mani e le menti di quei formidabili tecnici italiani e stranieri con i quali ho avuto l’onore di trascorrere molto tempo, nell’ultimo anno”.
L’impianto ha richiesto un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro generati dal flusso di cassa e da due bond da 13 milioni di euro lanciati a dicembre e maggio scorsi, sottoscritti dai fondi Ver Capital e Anthilia Capital Partners.

“Gli importanti investimenti che stiamo sostenendo, come quello per il nuovo magazzino, per il burrificio artigianale che inaugureremo a breve e per il Brazzale Science Nutrition&Food Research Center” spiega ancora Brazzale, “ci aiuteranno a seguire il costante aumento della domanda dei nostri prodotti senza limitazioni, domanda che ha continuato a crescere anche in un periodo turbolento come quello che abbiamo attraversato. Ma, soprattutto, accompagneranno i piani di crescita del nostro gruppo, in particolare nell’area del formaggio a lunga stagionatura Gran Moravia destinato all’export. L’espansione della nostra catena produttiva è una realtà consolidata, grazie ai 250 milioni di kg di latte trasformati ogni anno da tutto il Gruppo”.

Quanto alla logistica, per la famiglia Brazzale – che della sostenibilità ambientale della sua filiera ha fatto una scelta non solo aziendale ma anche di marketing – è auspicabile il completamento quanto prima dell’Autostrada Valdastico verso Trento: “Siamo ad un chilometro – spiega il presidente del Gruppo – dal casello di Piovene Rocchette sulla Valdastico ed a 10 chilometri dalla Pedemontana Veneta. Con il sempre più indispensabile completamento della Valdastico a Nord anche il collegamento con la Germania ed il Centro Europa sarà immediato”.

Il Gruppo Brazzale

L’azienda con sede a Zanè conferma così la sua filosofia “libertaria” che prende le distanze dal Made in Italy e dal “chilometro zero”, per sposare ancora una volta quella del fare ogni cosa dove le condizioni sono migliori per farla, ovunque nel mondo, perché la vera ricchezza veneta e italiana è il “saper fare”, non la geografia e confini che Brazzale definisce una mera “questione politica”.

Attiva nel mondo del latte dal 1784, Brazzale Spa è la più antica azienda familiare italiana del settore lattiero caseario, originaria dell’Altopiano di Asiago, in attività ininterrotta da almeno otto generazioni. Oggi il gruppo conta sette insediamenti produttivi sparsi in tutto il mondo –  in Italia, Repubblica Ceca, Brasile e Cina – e impiega complessivamente oltre 800 dipendenti, per un fatturato complessivo, nel 2020, pari a circa 211 milioni di euro, di cui oltre un terzo esportato dall’Italia nel mondo. Opera sul mercato con i marchi: Burro delle Alpi, Burro Superiore Fratelli Brazzale, Zogi, Verena, Alpilatte, Brazzale, Silvipastoril e Gran Moravia. Dal 2003, a Litovel, in Moravia (Repubblica Ceca), produce il formaggio Gran Moravia, stagionato in Italia. A Zanè, dal 1898, il gruppo ha la sede principale ed il burrificio Burro delle Alpi. A seguito della fusione con la famiglia Zaupa, a Monte di Malo realizza provoloni, Provolone Valpadana Dop, paste filate e pressate, Asiago Dop. Tutti i prodotti del caseificio di Litovel vengono realizzati con il latte della Filiera Ecosostenibile Brazzale, che nel 2011 ha ottenuto la certificazione di tracciabilità secondo le norme UNI EN ISO 22005:2008. Tra gli standard della filiera, ci sono quattro ettari e mezzo di terreno per capo in lattazione e il 100% di foraggi autoprodotti in azienda. Sempre in Repubblica Ceca, Brazzale ha realizzato la catena di negozi propri, che oggi conta 23 punti vendita, più di 140 commessi, per oltre 1,5 milioni di clienti all’anno, con oltre il 70% del venduto importato dall’Italia. Nel 2012 ha creato a Shanghai una propria unità commerciale e, nel novembre dell’anno successivo, ha aperto un punto vendita. Nel 2014, a Pechino, Brazzale ha sviluppato un caseificio di formaggi freschi per il mercato locale poi sviluppato nell’odierno stabilimento di avanguardia nello Shandong.

Nel 2019 il gruppo è diventato Carbon Neutral, con la compensazione delle emissioni di carbonio di tutti i suoi stabilimenti nel mondo, grazie alla piantagione sui propri terreni, in Brasile, di 1,5 milioni di alberi. Presente in oltre 56 paesi, il gruppo Brazzale raccoglie direttamente dalla stalla circa 2.500 milioni  di chili di latte, che lavora nei propri caseifici, in Italia e Repubblica Ceca. Nel 2020 il dr. Piercristiano Brazzale, amministratore e socio, è stato eletto presidente della FIL-IDF, la federazione mondiale del latte.