La polizia interviene tra due litiganti e riporta la calma. Poi un 37enne si accascia e muore
A causare la morte di un 37enne l’altro giorno a Vicenza, in pieno giorno e pochi minuti dopo la conclusione di una lite con intervento della Polizia di Stato, sarebbe stato un malore improvviso. Non si tratta, però, a distanza di due giorni dalla disgrazia, di una certezza assoluta: viste le circostanze particolari e gli antefatti non del tutto noti solo l’autopsia disposta dalla Procura berica potrà fornire risposte esaurienti.
Do incontrovertibile, ad oggi, rimane la morte di Debel Bonetto, conosciuto anche come “Cristia” in città, originario delle provincia di Padova ma a quanto pare da qualche anno domiciliato proprio a Vicenza. L’uomo giovedì pomeriggio si trovava seduto su alcuni scalini esterni in via Gorizia, in pieno centro e a due passi da Campo Marzo, quando ad un tratto si è accasciato a terra, senza più riprendersi.
Mezz’ora prima intorno alle 17 era intervenuta una Volante della Questura per porre fine a un litigio tra lui e un 22enne di origini veronesi: secondo le indicazioni raccolte dai poliziotti sul posto si trattava di due contendenti di una ragazza vicentina di 21 anni, residente nei paraggi. La situazione era stata riportata alla calma, e in apparenza nessuno dei due uomini venuti alle mani lamentava le conseguenze dello scontro ravvicinato. A distanza di qualche decina di minuti, poi, mentre erano in corso gli accertamenti della polizia sul posto, il malore fatale che ha stroncato Bonetto, nonostante i soccorsi dall’ospedale San Bortolo.
Gli inquirenti informati della vicenda intendono andare a fondo, considerati i dubbi sullo stato psicofisico dei due giovani uomini. L’ipotesi primaria di sorta consiste in un arresto cardiocircolatorio determinato da un infarto, slegato ai fatti precedenti e quindi alla rissa all’aperto appena sfumata, ma forse acuito dallo stato di tensione. Ma non si può escludere che prima dell’arrivo delle forze dell’ordine un colpo violento possa aver causato, in maniera differita, una lesione invisibile che una volta manifestata non avrebbe lasciato più scampo al 37enne. I contendenti si sarebbero picchiati in due diversi momenti, un litigio d’amore sembrerebbe condita da insulti e minacce, il secondo dei quali sotto gli occhi dei militari che li hanno separati definitivamente.
Solo l’esame autoptico e il referto finale di un medico anatomopatologo potranno chiarire questo mistero, prima di consegnare nei prossimi giorni il nulla osta per la sepoltura ai familiari. Per il momento gli altri due protagonisti della vicenda – le loro iniziali non sono state rese note finora – avvenuta sotto gli sguardi di molti curiosi vicentini di passaggio tra Campo Marzo e piazza Castello, non risultano iscritte come persone indagate, ma solo in vesti di testimoni del tragico evento. L’esito finale degli approfondimenti clinici potrebbe mutare il quadro, e far scattare delle denunce.