Consumo suolo, in Veneto persi altri 682 ettari nel 2020. Vicenza maglia nera
Il Veneto ha cementificato in un anno altri 682 ettari di suolo, dati 2020 dell’annuale Rapporto Ispra-Snpa, pubblicato oggi (qui i dati regione per regione). E questo nonostante il lockdown che ha stoppato per mesi i cantieri.Non stupisce quindi che la regione si flagellata ogni anno di più da eventi meteorologici intensi, che fanno saltato tutta la rete idrica nei centri urbani e provocano erosione del suolo in montagna.
Complessivamente, nella regione a fine 2020 erano 217.743. Poco consola che la terra della Serenissima abbia perso (dopo tre anni) il primato di peggior regione italiana, dato che per il 2020 spetta alla Lombardia: tra le prime sei province italiane per consumo di suolo, ben tre sono venete: Vicenza terza (+172,5), Verona quarta (+166) e Padova sesta (+134,5). “Non sono certo numeri incoraggianti, destinati a crescere visto il boom della logistica, con nuove edificazioni anziché puntare sulla rigenerazione” commenta un paladino dell’ambiente come il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni.
“Nonostante ciò – prosegue Zanoni – dalla Regione non si registra la volontà di invertire la rotta. Basti pensare all’ultimo Pdl Cantiere Veloce approvato poche settimane fa, un provvedimento di cui il Veneto non ha assolutamente bisogno e che va ad aggiungersi all’inutile legge sul consumo di suolo con l’irraggiungibile obiettivo dell’azzeramento entro il 2050 grazie alle troppe deroghe e al il Piano casa e capannoni. Il Veneto, come sottolineato dal report, è saldamente in testa per la trasformazione di suolo agricolo dal 2012 al 2019, con 181 ettari, quasi tutti concentrati negli ultimi tre anni. Abbiamo migliaia di capannoni abbandonati e intere aree industriali dismesse, perché non si interviene sulla riqualificazione con adeguati incentivi?”.
“Secondo i dati Ispra – aggiunge il consigliere dem – ad oggi circa un quattordicesimo della superficie italiana ha una copertura che non permette al suolo di respirare e all’acqua di venire assorbita, con conseguenze facilmente immaginabili e costosissime, sia dal punto di vista ambientale che economico. A livello nazionale si stimano tra gli 81 e i 99 miliardi di euro da qui al 2030 se il consumo di suolo dovesse crescere al livello attuale, per la perdita dei servizi ecosistemici. I cambiamenti climatici in Veneto hanno già fatto danni enormi, eppure la politica non ha reagito con la forza e il coraggio necessari. Ma continuare a far finta di non vedere non aiuterà a risolvere i problemi”.
I dati del vicentino
In numeri assoluti, Vicenza è il quarto comune del Veneto per ettari di suolo consumato (2.636, con +37 ettari solo nel 2020 è il Comune peggiore di tutta la regione), mentre Cassola (col 39,35%), Thiene (col 38,81%) e Zanè (col 35,88%) sono rispettivamente il quinto, il sesto e il decimo Comune del Veneto per percentuale di suolo consumato sul totale. Se si guarda invece il suolo consumato pro-capite, nella lista dei dieci Comuni maglia nera, troviamo Lastebasse (1.590.10 ettari) e (Laghi (1566,14 ettari). Fra i Comuni che hanno dato peggior prova di se, per aumento di consumo di suolo nel 2020, rispetto al 2019, troviamo anche Malo (con +11 è il nono fra i dieci peggiori, ed è probabile che il dato faccia riferimento all’impatto della Superstrada Pedemontana Veneta). Vicenza e Malo risultano rispettivamente anche sesti e ottavo Comune in Veneto per densità del consumo di suolo nel raffronto fra 2019 e 2020 (rispettivamente con 45,84 e 35,35 metri quadrati per ettaro).