Affitti a breve termine in “nero”: in Altopiano evasione da mezzo milione di euro
70 controlli fiscali e la scoperta di una evasione fiscale da mezzo milione di euro. Sono i frutti, sull’Altopiano di Asiago, dell’operazione “Alto Locati” della guardia di finanza di Vicenza, che nel primo semestre del 2021 ha passato setaccio la regolarità degli affitti turistici, trovando numerosi casi di locazioni “in nero”, ai danni non solo dell’Erario, ma anche del Comune di Asiago che alimenta le sue finanze anche attraverso la tassa di soggiorno.
I controlli hanno riguardato, come detto, una settantina di seconde case, che sono state destinate alle locazioni brevi di tipo turistico. L’indagine si è sviluppata in due fasi. Nella prima, le fiamme gialle hanno operato per contrastare il fenomeno dell’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione immobiliare in capo a cinque imprese operanti nel territorio dell’Altopiano di Asiago, sanzionate da un punto di vista amministrativo (con sanzione ridotta) di 25 mila euro. Per questa attività, i finanzieri hanno monitorato nei mesi estivi gli annunci presenti in internet, in vari siti (come Booking, Airbnb, Subito e altri) individuando gli immobili proposti in affitto e i relativi proprietari, nonché l’occupazione effettiva dell’immobile da parte di turisti grazie all’esame delle recensioni lasciate dai clienti e con osservazioni dirette sul territorio. Un’attività non semplice, sia per quel che riguarda l’individuazione degli immobili che dei relativi proprietari. Complicato anche stabilire chi fossero gli affittuari e quante locazioni fossero state realmente effettuate. Le fiamme gialle ipotizzano che mediamente un appartamento in Altopiano possa rendere fra 3 e 4 mila euro, ma gli importi possono arrivare anche a 9 mila.
Attraverso i dati così acquisiti l’indagine si è quindi concentrata sulle locazioni: sono così stati individuati, nella seconda fase, numerosi proprietari di immobili (residenti principalmente in Veneto) che hanno destinato le loro seconde case in Altopiano ad affitti vacanzieri di breve durata. L’evasione delle imposte viene definita dai militari “consistente”: 71 – come detto – i controlli fiscali eseguiti nei confronti dei proprietari degli immobili che si erano avvalsi delle agenzie di intermediazione già verbalizzate dai finanzieri.
Diversi i profili di irregolarità contestati dai militari asiaghesi: a seguito delle locazioni turistiche, non venivano registrati all’Agenzia delle Entrate i relativi contratti e, pertanto, è stata omessa la dichiarazione, ai fini del reddito, di un importo di circa mezzo milione di euro, che è stato oggetto di recupero a tassazione. A cascata, gli affitti in nero hanno comportato anche l’omissione del versamento dell’imposta di soggiorno nelle casse del Comune di Asiago. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti, fino a oggi, i proprietari di oltre cinquanta immobili, a carico dei quali c’è anche il fatto di non aver ottemperato alla registrazione degli ospiti, necessaria alla rilevazione dei flussi turistici normati dalla Regione Veneto con la Legge 11 del 2013. Per questo fatto sono state irrogate sanzioni amministrative per 348 mila euro, in gran parte già definite in misura ridotta dai proprietari degli immobili con pagamenti a favore dei comuni dell’Altopiano per un importo di 116 mila euro. Alcuni proprietari sono stati segnalati anche alla Procura della Repubblica per l’inosservanza degli obblighi imposti dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che prevede la comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza delle generalità delle persone ospitate negli immobili locati.
Nel solo Comune di Roana i proprietari di seconde case censiti sono oltre 11 mila (il numero degli immobili dovrebbe essere minore, dato che molti immobili sono in comproprietà), mentre nel Comune di Asiago le seconde abitazioni dovrebbero essere 4 mila. Migliaia dovrebbero essere anche le seconde case presenti nel comune di Gallio. La costruzione di molte di queste abitazioni è avvenuta successivamente al boom economico e ha subito un forte rallentamento con la crisi economica del 2008. Il giro d’affari, che inizialmente faceva capo alle attività economiche della zona, si è quindi trasformato in una rendita di posizione a favore dei proprietari degli immobili.
Secondo i dati statistici regionali, il turismo in Altopiano sarebbe in decrescita negli ultimi decenni: è evidente però che in realtà molte delle presenze turistiche nel territorio non sono censite in quanto costituite da soggiorni presso abitazioni private, che sembrano sfuggire ad ogni forma di rendicontazione, anche fiscale. Dal 2017, per far fronte al fenomeno nazionale delle locazioni brevi (della durata di meno di 30 giorni) gestite per lo più on line, la legge italiana prevede un’apposita disciplina fiscale quando stipulate da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.
L’operazione della guardia di finanza si inserisce quindi nel contrasto alle forme illecite e lesive della concorrenza nel mercato delle professioni, dove l’analisi di rischio tramite l’utilizzo delle banche dati risulta essere strumento di primaria importanza per l’individuazione dei fenomeni a rischio economico-finanziario. Quanto agli agenti immobiliari abusivi, i contatti fra la Camera di Commercio e la guardia di finanza hanno consentito di ipotizzare una presenza importante di soggetti che in Altopiano esercitano questa attività illegalmente. Fra i casi emersi, quello di un amministratore di condominio che, privo di abilitazione, ha effettuato attività di intermediazione immobiliare: già attenzionato dai finanzieri in quanto presente in internet con annunci di immobili in locazione (ma anche in vendita), è stato oggetto di un’ispezione nel Ferragosto 2020: gestiva abusivamente fra i 55 e i 70 appartamenti e avrebbe intermediato affitti per 900 mila euro in quattro anni e oltre il 90% dei proprietari degli immobili non ha dichiarato i canoni di locazione percepiti, nè sono state dichiarate le provvigioni incassate (il 10%) per le intermediazioni effettuate.