TOKYO2020 Ceccon, Bellò e Del Buono: medaglie e delusioni. Jacobs, il padre militare alla Ederle
A Tokyo Vicenza c’è e vince. La medaglia più “preziosa” arriva con l’oro nella finale maschile dei 100 metri di Marcell Jacobs, che con il capoluogo berico ha un legame particolare. Il 26enne delle Fiamme d’Oro è nato in Texas da madre italiana e padre americano, che negli anni Novanta era uno dei militari di stanza alla Caserma Ederle, la base militare dell’esercito Usa a Vicenza. Cresciuto con la mamma Viviana Masini a Desenzano del Garda, Jacobs si è allenato nel bresciano. Dopo il divorzio dei genitori, i rapporti col padre si sono interrotti e ha più volte ribadito che da lui ha preso “solo le fibre muscolari”. Grazie alla mamma che l’ha sempre motivato, invece, è nata la passione per lo sport. Con il tempo di 90″80 è salito sul gradino più alto del podio nella gara “regina” dei Giochi, segnando un nuovo record italiano ed europeo.
“Questo è il mio sogno da quando ero bambino” ha detto Jacobs appena dopo la gara. Durante la premiazione, ha cantato l’inno nazionale commuovendosi e ha ammesso che “solo ora sto realizzando cosa è successo”. È stata la prima volta che un italiano correva la finale olimpica di atletica. Jacobs ha preceduto lo statunitense Fred Kerley (9″84) e il canadese Andre de Grasse (9″89) in una gara straordinaria, in cui è andato presto in testa.
Il Vicentino si distingue anche nel nuoto con un super Thomas Ceccon, originario di Schio. Dopo l’argento nella staffetta 4×100 stile libero in vasca con Alessandro Miressi, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, il 20enne ha portato a casa anche la medaglia di bronzo con la staffetta 4×100 mista nella notte fra sabato e domenica. Con Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi ha portato sul 3’29″17 il primato italiano. Tra gli atleti azzurri a Tokyo Ceccon è stato uno dei protagonisti indiscussi, sfiorando anche il podio dei 100 dorso con 52”30 (record italiano). A Schio, intanto, si stanno preparando i festeggiamenti per rendere onore al campione.
Altra rappresentanza vicentina in Giappone è Elena Bellò di Villaverla convocata nella Nazionale di atletica leggera. Sabato notte, alla sua prima partecipazione olimpica, si è conquistata il pass per una delle semifinali sulla distanza degli 800 metri piani, dove si è poi qualificata sesta con un tempo di 2’02″35, uscendo dalla finale. Sul suo profilo Instagram, la mezzofondista delle Fiamme Azzurre non ha nascosto la delusione scrivendo: “Per quella gara le gambe c’erano eccome e la testa era più convinta che mai. Semifinale sfortunata, tattica, che non mi ha permesso di dimostrare il tempo che attualmente valgo”. Dopo un primo giro lento in 61″57 è riuscita comunque a recuperare due posizioni che però non sono bastate per far proseguire la sua avventura a Tokyo.
Delusione anche per la mezzofondista Federica Del Buono, classe 1994 e nata a Vicenza, che non si è riuscita a qualificare per le semifinali dei 1500 metri femminili uscendo con 4’07″70. Anche lei si lascia andare sul suo profilo Instagram dove ammette “che non è stato abbastanza. Una stagione dove tutto è stato una rincorsa, dalla stagione dell’anno scorso, all’infortunio a maggio e al gareggiare quasi ogni tre giorni per avere gare nel ranking. E’ stata una lunga e difficile salita, augurandomi che l’anno prossimo sia finalmente tutto in discesa. Di una cosa sono certa: non smetterò mai di lottare per realizzare i miei sogni”. Nel post in cui racconta la “sconfitta”, però, Del Buono non manca di fare il tifo per Gaia Sabbatini che si è qualificata per le semifinali dei 1500 metri del 4 agosto.
Tra i vicentini a Tokyo anche il nuotatore Pier Andrea Mattanzi, classe 1997, specializzato nei misti, l’altista scledense Elena Vallortigara, la velocista di origini domenicane Johanelis Herrera che vive a Vicenza come il velocista tesserato con le Fiamme Gialle Matteo Galvan, e il primatista italiano di maratona bassanese Eyob Ghebrehiwet Faniel.