Afghanistan, i talebani assicurano: nessuna vendetta. Scetticismo degli osservatori internazionali
Un’affermazione che viene accolta con scetticismo da molti afghani ed osservatori internazionali. Le Nazioni Unite chiedono infatti ai talebani di onorare le proprie “promesse”, compresa l’amnistia per chi ha collaborato con gli stranieri, l’inclusività nei confronti delle donne e il mantenimento della frequentazione scolastica per le bambine. “I talebani hanno fatto molte dichiarazioni all’apparenza rassicuranti, ma i loro atti parleranno più delle parole”, ha ricordato il portavoce per i diritti umani dell’Onu.
E infatti stop degli aiuti allo sviluppo in Afghanistan da parte del governo tedesco, lo ha reso noto il ministro tedesco per la Cooperazine Gerd Mueller che ha invitato tutto il personale tedesco coinvolto in attività di aiuto e cooperazione a lasciare il Paese. L’Afghanistan è il principale destinatario degli aiuti umanitari di Berlino. Per quest’anno erano previsti 250mln,non ancora versati.
Sull’aggravarsi in Afghanistan e sui contatti internazionali avviati sulla crisi, il premier Draghi ha parlato al telefono con il Cancelliere tedesco Merkel: i due hanno discusso di protezione a chi ha collaborato con Italia e Germania e ai più vulnerabili,a partire dalle donne. Approfondite anche le possibili iniziative Ue, del G7 e del G20 su stabilità e tutela diritti umani. E’ stata la Merkel a chiamare Draghi, come anche Macron e Johnson: hanno scambiato opinioni sugli sforzi per l’evacuazione dei cittadini e forze locali afgane.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dichiara: “La leadership politica afghana ha fallito nel trovare una soluzione politica e questo fallimento – ha aggiunto – porta alla tragedia a cui stiamo assistendo. Questo collasso non era prevedibile“. Intanto le missioni militari inviate da Stati Uniti e Regno Unito in Afghanistan lavorano per facilitare la partenza di almeno altre seimila persone. Tra queste figurano sia cittadini occidentali sia afghani che hanno collaborato con le istituzioni di Paesi Nato o che comunque vogliono lasciare il Paese.