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I talebani trovano un accordo sulla composizione del nuovo governo dell’Emirato islamico di Afghanistan. Nessuna donna nella compagine dei ministri ma in compenso ci sono alcuni nomi noti alle cronache: la carica di primo ministro andrà al mullah Mohammad Hassan, nella lista dell’Onu di persone designate come “terroristi” e il suo vice sarà Abdul Ghani Baradar, è stato negoziatore degli accordi del febbraio 2020 con gli Stati Uniti. Il Fronte di resistenza nazionale del Paese ha rivolto un appello alla comunità internazionale, alle stesse Nazioni Unite e ad altre organizzazioni regionali e internazionali per fermare il genocidio dei Talebani nella valle del Panshir. La resistenza ha infatti definito “illegale” il nuovo governo e afferma che i Talebani continuano gli attacchi deliberati e su larga scala contro i civili.
La Cina si dice pronta a costruire relazioni amichevoli con i talebani. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, ha detto che la Cina dà grande importanza all’annuncio dei talebani sull’istituzione di un governo ad interim che ha posto fine alle oltre tre settimane di anarchia in Afghanistan. “E’ stato un passo necessario per il ripristino dell’ordine interno e della ricostruzione postbellica. L’ambasciata cinese a Kabul sta ancora svolgendo normalmente le sue funzioni”. Sull’ipotesi che Pechino possa riconoscere i talebani, Wenbin ha aggiunto: “Siamo disposti a mantenere le comunicazioni con il nuovo governo e i leader afghani. Ci auguriamo che il nuovo regime ascolti ampiamente le opinioni di tutti i gruppi etnici e le fazioni durante il governo provvisorio e risponda ai desideri della gente del Paese e della comunità internazionale. Abbiamo notato che la parte afghana ha sottolineato che tutte le persone trarranno beneficio dal nuovo regime”.L’Unione europea ha invece criticato la composizione del nuovo governo talebano, affermando che non è né inclusivo né rappresentativo. “L’esecutivo presentato ieri non sembra una formazione inclusiva e rappresentativa della ricca diversità etnica e religiosa dell’Afghanistan che speriamo di vedere e che i Talebani hanno promesso nelle ultime settimane”, ha così riferito un portavoce in un comunicato.
Gli Stati Uniti esprimono preoccupazione proprio per la nomina di questi ministri talebani ma si dicono pronti a giudicare il governo sulle sue azioni e in particolare sulla sua volontà o meno di consentire agli afgani di lasciare il Paese. “Notiamo che la lista dei nomi annunciati per la composizione del governo include tutti membri dei talebani o loro alleati e nessuna donna”, afferma il Dipartimento di Stato.